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Lugano, un calcio alla crisi

Torna alla vittoria dopo due mesi d’astinenza e lascia l’ultimo posto al Lucerna. La strada è quella giusta.

- Di Sebastiano Storelli

Lugano – A due mesi e tre giorni dall’ultima vittoria, il Lugano riassapora il gusto dei tre punti in un confronto che gli permette di abbandonar­e l’ultimo posto in classifica, cedendo la “peppa tencia” al Lucerna. La crisi che ha soffocato le ambizioni bianconere negli ultimi sessanta giorni non è alle spalle e sarebbe bastato un risultato negativo contro i lucernesi per far tornare riservata la prognosi. La strada, però, è quella giusta. E lo è in particolar­e il livello delle prestazion­i individual­i, il livello di quella “garra” tragicamen­te andata scomparend­o con il finire dell’estate e ritrovata soltanto dopo aver toccato il fondo nella pesante sconfitta contro il Basilea.

la partita andava chiusa con largo anticipo, troppe le occasioni fallite

La strada è quella giusta per tornare a essere il Lugano di inizio stagione, capace di conquistar­e applausi e risultati, grazie alla volontà di soffrire e di stringere i denti anche nei momenti difficili. Ieri, a dire il vero, di questi momenti non ce ne sono stati molti, forse soltanto l’ultimo quarto d’ora del primo tempo, quando un cambio tattico imposto dall’infortunio di Crnigoj ha in parte disorienta­to la squadra, con conseguent­e perdita di metri e avanzament­o del baricentro lucernese. Nonostante tutto, però, Da Costa non ha praticamen­te corso pericoli di sorta. Al contrario del suo omologo Omlin, più volte sollecitat­o e costretto agli straordina­ri per impedire ai bianconeri di prendere il largo. L’incapacità di chiudere la contesa con ampio anticipo è stata l’unico neo nella prestazion­e del Lugano: troppe, infatti, le occasioni fallite, mentre ne sarebbe bastata una sola a buon fine per evitare di vivere il finale di partita con il cuore in gola... «È vero, potevamo metterla in cassaforte molto prima – ha commentato Tami in sede di analisi –, ma è altresì vero che non ci siamo mai scomposti, dimostrand­o, a differenza di altre circostanz­e, grande maturità. Il Lucerna, in pratica, non è mai riu-

La prepotente capocciata di Gerndt che ha deciso la contesa

scito a rendersi pericoloso. D’altra parte, Omlin è stato molto bravo, per cui non ci possiamo nemmeno lamentare troppo». Il Lugano, insomma, ha svoltato, cambiando quell’atteggiame­nto che lo aveva penalizzat­o nelle prestazion­i e nei risultati... «Abbiamo invertito la rotta, in particolar­e nelle prestazion­i. Lasciamo l’ultimo posto in classifica, ma più importante è ciò che siamo riusciti a proporre in queste ultime uscite. Siamo finalmente diventati una vera squadra. E lo abbiamo confermato contro il Lucerna, partita resa difficile e insidiosa dal fatto che tutti – noi

per primi – volevamo questa vittoria e la sentivamo come importante sulla strada della completa guarigione. Siamo riusciti a farlo con testa, anche nei pochissimi momenti di difficoltà». Adesso si tratta di confermare la rinascita bianconera nell’insidiosa sfida di Thun, ma prima la squadra volerà nella Repubblica Ceca per cercare di alimentare quel sogno europeo improvvisa­mente rinvigorit­osi dopo il successo di dieci giorni fa contro lo stesso Viktoria Pilzen. E lo farà conscia di poter proporre, in buona parte, il suo volto migliore».

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TI-PRESS/D. AGOSTA

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