Lugano, un calcio alla crisi
Torna alla vittoria dopo due mesi d’astinenza e lascia l’ultimo posto al Lucerna. La strada è quella giusta.
Lugano – A due mesi e tre giorni dall’ultima vittoria, il Lugano riassapora il gusto dei tre punti in un confronto che gli permette di abbandonare l’ultimo posto in classifica, cedendo la “peppa tencia” al Lucerna. La crisi che ha soffocato le ambizioni bianconere negli ultimi sessanta giorni non è alle spalle e sarebbe bastato un risultato negativo contro i lucernesi per far tornare riservata la prognosi. La strada, però, è quella giusta. E lo è in particolare il livello delle prestazioni individuali, il livello di quella “garra” tragicamente andata scomparendo con il finire dell’estate e ritrovata soltanto dopo aver toccato il fondo nella pesante sconfitta contro il Basilea.
la partita andava chiusa con largo anticipo, troppe le occasioni fallite
La strada è quella giusta per tornare a essere il Lugano di inizio stagione, capace di conquistare applausi e risultati, grazie alla volontà di soffrire e di stringere i denti anche nei momenti difficili. Ieri, a dire il vero, di questi momenti non ce ne sono stati molti, forse soltanto l’ultimo quarto d’ora del primo tempo, quando un cambio tattico imposto dall’infortunio di Crnigoj ha in parte disorientato la squadra, con conseguente perdita di metri e avanzamento del baricentro lucernese. Nonostante tutto, però, Da Costa non ha praticamente corso pericoli di sorta. Al contrario del suo omologo Omlin, più volte sollecitato e costretto agli straordinari per impedire ai bianconeri di prendere il largo. L’incapacità di chiudere la contesa con ampio anticipo è stata l’unico neo nella prestazione del Lugano: troppe, infatti, le occasioni fallite, mentre ne sarebbe bastata una sola a buon fine per evitare di vivere il finale di partita con il cuore in gola... «È vero, potevamo metterla in cassaforte molto prima – ha commentato Tami in sede di analisi –, ma è altresì vero che non ci siamo mai scomposti, dimostrando, a differenza di altre circostanze, grande maturità. Il Lucerna, in pratica, non è mai riu-
La prepotente capocciata di Gerndt che ha deciso la contesa
scito a rendersi pericoloso. D’altra parte, Omlin è stato molto bravo, per cui non ci possiamo nemmeno lamentare troppo». Il Lugano, insomma, ha svoltato, cambiando quell’atteggiamento che lo aveva penalizzato nelle prestazioni e nei risultati... «Abbiamo invertito la rotta, in particolare nelle prestazioni. Lasciamo l’ultimo posto in classifica, ma più importante è ciò che siamo riusciti a proporre in queste ultime uscite. Siamo finalmente diventati una vera squadra. E lo abbiamo confermato contro il Lucerna, partita resa difficile e insidiosa dal fatto che tutti – noi
per primi – volevamo questa vittoria e la sentivamo come importante sulla strada della completa guarigione. Siamo riusciti a farlo con testa, anche nei pochissimi momenti di difficoltà». Adesso si tratta di confermare la rinascita bianconera nell’insidiosa sfida di Thun, ma prima la squadra volerà nella Repubblica Ceca per cercare di alimentare quel sogno europeo improvvisamente rinvigoritosi dopo il successo di dieci giorni fa contro lo stesso Viktoria Pilzen. E lo farà conscia di poter proporre, in buona parte, il suo volto migliore».