Quelle info col contagocce
Bormio e l’incontro di giugno. Beltraminelli: ‘Ecco come e quando ho saputo. Spiegazioni convincenti’ L’ausiliario avrebbe informato direttamente il capodivisione della voce sul soggiorno valtellinese
“In caso di dubbio, i dipendenti accertano con il proprio funzionario dirigente l’ammissibilità dell’accettazione di doni o profitti”. Nel caso delle cene offerte a Bormio da Marco Sansonetti a Carmela Fiorini e al compagno Fiorenzo Dadò quel “dubbio” a cui si riferisce l’articolo 20 del Regolamento dei dipendenti dello Stato è divenuto tale solo a inizio giugno 2017, quando Fiorini (“dipendente”) decide di informare il capodivisione Renato Bernasconi (“funzionario dirigente”). Non all’epoca dei fatti (ottobre 2014) e nemmeno (o soprattutto) quando il caso Argo 1 esplode (febbraio 2017). E neanche prima del 13 marzo, quando il direttore del Dipartimento sanità e socialità Paolo Beltraminelli finisce davanti al parlamento (e al Paese) per rendere conto degli errori nell’assegnazione del mandato milionario all’agenzia di sicurezza (incarico diretto senza l’avallo del governo). “I miei collaboratori hanno agito sempre in buona fede”, ebbe a dire. Assumendosi un bel rischio, a prescindere dall’esito che avranno le verifiche amministrative sul conto di Fiorini (sul fronte penale, allora come oggi, non è stato appurato nulla di rilevante). In ogni caso ignaro delle “cortesie” intercorse tra Sansonetti e Fiorini (e il presidente del suo partito Dadò). Sì perché, stando a nostre informazioni, è stato un funzionario ausiliario dell’Ussi (Dss) a venire a conoscenza della cena pagata a Bormio da Sansonetti alla coppia, e ad informare di conseguenza il capodivisione Bernasconi. Fiorini (verosimilmente avvertita da qualcun altro che la “voce” iniziava a circolare) anticipa a quel punto il suo superiore, chiedendogli un incontro a cui presenziano il funzionario dell’Ussi e il compagno Dadò. Siamo nella prima decina di giugno.
Ribadisce: ‘Indagine minuziosa’
Ricostruita la tempistica, chiediamo al diretto interessato quando abbia saputo che Bernasconi era a conoscenza delle cene offerte da Sansonetti a Fiorini e Dadò. «Bernasconi mi informò alla fine di settembre, quando lo chiamai a seguito della prima convocazione di Carmela Fiorini da parte del pg Noseda», risponde Beltraminelli alla ‘Regione’. Era il 15 settembre. La funzionaria, lo ricordiamo, venne scagionata ‘ipso facto’. «Bernasconi mi spiegò allora per filo e per segno di aver fatto tutte le verifiche, e di aver concluso che nell’ambito delle sue responsabilità di capodivisione ritenne di non dover segnalare la questione né al Consiglio di Stato né alla Procura». Fino a inizio ottobre Beltraminelli fece sua la considerazione. Poi? «Quando il procuratore mi ha detto che era stata nuovamente sentita Carmela Fiorini e, con lei, anche Renato Bernasconi (era il 4 ottobre, ndr), ho su- bito avvisato il presidente del governo Manuele Bertoli. Abbiamo convenuto che, a quel punto, era importante che Bernasconi avvisasse i due periti (il cancelliere dello Stato e il consulente giuridico del governo, ndr) che si stanno occupando dell’inchiesta amministrativa: nel frattempo è già stato sentito». Ma, rilanciamo, è stata aperta una procedura disciplinare a carico di Bernasconi? «No. Nell’ambito della inchiesta amministrativa in corso a carico di Carmela Fiorini è stato segnalato questo nuovo elemento. Su cui, come detto, i due periti si sono già mossi incontrando Bernasconi». Tutto qui? Perché ha ritenuto di non dover adottare provvedimenti, considerato che il suo stretto collaboratore (alto funzionario) non l’ha informata subito? Il caso Argo 1, con tutti i suoi addentellati, scotta talmente tanto che non serve uno stratega per capire che, politicamente, può trasformarsi in una bomba... «Perché la sua spiegazione (di Bernasconi, ndr) mi è sembrata convincente – risponde Beltraminelli –. Quello che ha fatto è stata un’indagine minuziosa: nella scienza e nella coscienza un capodivisione ha la responsabilità di accertare i fatti, assumendosela. E lui ha ricondotto la cena offerta a un atto di cortesia, non tale da procurare vantaggi, considerato anche il ruolo di Fiorini, che non è un funzionario dirigente. Oggi il responsabile del servizio dei richiedenti l’asilo è Bernasconi ad interim (dopo l’esautorazione di Renato Scheurer, ndr), ma è arrivato il momento di farne un ufficio ad hoc».