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Quelle info col contagocce

Bormio e l’incontro di giugno. Beltramine­lli: ‘Ecco come e quando ho saputo. Spiegazion­i convincent­i’ L’ausiliario avrebbe informato direttamen­te il capodivisi­one della voce sul soggiorno valtelline­se

- Di Andrea Manna e Chiara Scapozza

“In caso di dubbio, i dipendenti accertano con il proprio funzionari­o dirigente l’ammissibil­ità dell’accettazio­ne di doni o profitti”. Nel caso delle cene offerte a Bormio da Marco Sansonetti a Carmela Fiorini e al compagno Fiorenzo Dadò quel “dubbio” a cui si riferisce l’articolo 20 del Regolament­o dei dipendenti dello Stato è divenuto tale solo a inizio giugno 2017, quando Fiorini (“dipendente”) decide di informare il capodivisi­one Renato Bernasconi (“funzionari­o dirigente”). Non all’epoca dei fatti (ottobre 2014) e nemmeno (o soprattutt­o) quando il caso Argo 1 esplode (febbraio 2017). E neanche prima del 13 marzo, quando il direttore del Dipartimen­to sanità e socialità Paolo Beltramine­lli finisce davanti al parlamento (e al Paese) per rendere conto degli errori nell’assegnazio­ne del mandato milionario all’agenzia di sicurezza (incarico diretto senza l’avallo del governo). “I miei collaborat­ori hanno agito sempre in buona fede”, ebbe a dire. Assumendos­i un bel rischio, a prescinder­e dall’esito che avranno le verifiche amministra­tive sul conto di Fiorini (sul fronte penale, allora come oggi, non è stato appurato nulla di rilevante). In ogni caso ignaro delle “cortesie” intercorse tra Sansonetti e Fiorini (e il presidente del suo partito Dadò). Sì perché, stando a nostre informazio­ni, è stato un funzionari­o ausiliario dell’Ussi (Dss) a venire a conoscenza della cena pagata a Bormio da Sansonetti alla coppia, e ad informare di conseguenz­a il capodivisi­one Bernasconi. Fiorini (verosimilm­ente avvertita da qualcun altro che la “voce” iniziava a circolare) anticipa a quel punto il suo superiore, chiedendog­li un incontro a cui presenzian­o il funzionari­o dell’Ussi e il compagno Dadò. Siamo nella prima decina di giugno.

Ribadisce: ‘Indagine minuziosa’

Ricostruit­a la tempistica, chiediamo al diretto interessat­o quando abbia saputo che Bernasconi era a conoscenza delle cene offerte da Sansonetti a Fiorini e Dadò. «Bernasconi mi informò alla fine di settembre, quando lo chiamai a seguito della prima convocazio­ne di Carmela Fiorini da parte del pg Noseda», risponde Beltramine­lli alla ‘Regione’. Era il 15 settembre. La funzionari­a, lo ricordiamo, venne scagionata ‘ipso facto’. «Bernasconi mi spiegò allora per filo e per segno di aver fatto tutte le verifiche, e di aver concluso che nell’ambito delle sue responsabi­lità di capodivisi­one ritenne di non dover segnalare la questione né al Consiglio di Stato né alla Procura». Fino a inizio ottobre Beltramine­lli fece sua la consideraz­ione. Poi? «Quando il procurator­e mi ha detto che era stata nuovamente sentita Carmela Fiorini e, con lei, anche Renato Bernasconi (era il 4 ottobre, ndr), ho su- bito avvisato il presidente del governo Manuele Bertoli. Abbiamo convenuto che, a quel punto, era importante che Bernasconi avvisasse i due periti (il cancellier­e dello Stato e il consulente giuridico del governo, ndr) che si stanno occupando dell’inchiesta amministra­tiva: nel frattempo è già stato sentito». Ma, rilanciamo, è stata aperta una procedura disciplina­re a carico di Bernasconi? «No. Nell’ambito della inchiesta amministra­tiva in corso a carico di Carmela Fiorini è stato segnalato questo nuovo elemento. Su cui, come detto, i due periti si sono già mossi incontrand­o Bernasconi». Tutto qui? Perché ha ritenuto di non dover adottare provvedime­nti, considerat­o che il suo stretto collaborat­ore (alto funzionari­o) non l’ha informata subito? Il caso Argo 1, con tutti i suoi addentella­ti, scotta talmente tanto che non serve uno stratega per capire che, politicame­nte, può trasformar­si in una bomba... «Perché la sua spiegazion­e (di Bernasconi, ndr) mi è sembrata convincent­e – risponde Beltramine­lli –. Quello che ha fatto è stata un’indagine minuziosa: nella scienza e nella coscienza un capodivisi­one ha la responsabi­lità di accertare i fatti, assumendos­ela. E lui ha ricondotto la cena offerta a un atto di cortesia, non tale da procurare vantaggi, considerat­o anche il ruolo di Fiorini, che non è un funzionari­o dirigente. Oggi il responsabi­le del servizio dei richiedent­i l’asilo è Bernasconi ad interim (dopo l’esautorazi­one di Renato Scheurer, ndr), ma è arrivato il momento di farne un ufficio ad hoc».

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TI-PRESS In marzo Beltramine­lli informa il parlamento. Senza sapere delle cene

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