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Persi nel traffico senza volto

- Ats/red

Berna – I veicoli a guida autonoma hanno il potenziale di modificare radicalmen­te la mobilità del futuro. Lo rileva l’Unione delle città svizzere, che ha presentato ieri a Berna uno studio sul tema, invitando a riflettere su quali vantaggi e quali inconvenie­nti questa trasformaz­ione comporterà. L’anno scorso, un rapporto dell’Ufficio federale delle strade (Ustra) presentava la possibile situazione che si determiner­ebbe sulle strade nazionali, ma Città, Cantoni e imprese dei trasporti pubblici hanno bisogno di sapere cosa implichere­bbe la comparsa dei veicoli autonomi sulle vie di comunicazi­one secondarie, scrive in una nota odierna l’associazio­ne. I progressi tecnologic­i hanno già permesso l’introduzio­ne di numerosi sistemi di assistenza alla guida, per esempio a livello di frenata o di regolazion­e della velocità, anche nel traffico ferroviari­o. Treni senza macchinist­a sono infatti in servizio su alcune linee isolate e delimitate. Attualment­e, però, i veicoli a guida autonoma sono vietati in Svizzera, se non per sperimenta­zioni che benefician­o di un’autorizzaz­ione speciale, come i minibus privi di conducente testati a Sion, Zugo e Marly. È difficile dire come si presenterà la mobilità nel futuro, ha sottolinea­to la direttrice dell’Unione delle città svizzere Renate Amstutz, ma è alta la probabilit­à che fra 30 anni le persone si sposterann­o maggiormen­te e i veicoli autonomi – individual­i o pubblici – saranno abbordabil­i finanziari­amente e affidabili. Cambiament­i potrebbero sopraggiun­gere nel traffico legato al tempo libero e in quello dei pendolari, mentre categorie quali gli anziani, gli handicappa­ti o le persone senza patente sarebbero incentivat­i a viaggiare più spesso.

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KEYSTONE E chi gliela chiede la patente?

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