Condannato il macchinista dello scontro Ffs Cargo apre al privato
Neuchâtel – Il Tribunale correzionale della Broye e del Nord vodese ha condannato martedì a 90 aliquote giornaliere di 60 franchi, con la condizionale di due anni, il macchinista sopravvissuto allo scontro fra treni avvenuto a Granges-Marnand il 29 luglio 2013 sulla linea Payerne-Losanna. L’uomo è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo. Nell’incidente morì il collega ventiquattrenne dell’altro convoglio, e rimasero ferite 26 persone, di cui sei gravemente. Per i giudici, la colpa del macchinista è “contrastata”. L’uomo, 58, anni ha omesso di rispettare il segnale di fermata e azionato il freno di emergenza con un ritardo di 28 secondi, ma la sua “colpa grave” è attenuata da diversi elementi. Il macchinista ignorava di dover incrociare un altro treno a Granges-Marnand, il doppio controllo era stato soppresso, il treno che guidava era in ritardo di due minuti e la visibilità era compromessa dalla presenza di vagoni per il trasporto di merci, ha rilevato la Corte. Il tribunale ha anche tenuto conto delle durevoli conseguenze dell’incidente sulla vita del macchinista, tuttora alle dipendenze delle Ffs ma non più autorizzato a guidare i treni. Durante il processo, l’imputato e tre macchinisti chiamati a testimoniare hanno insistito sulla pressione cui sono sottoposti in caso di ritardi. Nel rapporto pubblicato il primo luglio 2014 il Servizio d’inchiesta svizzero sugli infortuni aveva rilevato che l’assenza di equipaggiamenti di sicurezza moderni aveva contribuito all’incidente presso una stazione nella quale il doppio controllo della partenza dei treni non era più praticato. Berna – Ffs Cargo non va privatizzata. Il suo Consiglio di amministrazione dovrebbe però disporre di maggiore autonomia e il capitale azionario andrebbe parzialmente aperto. Gli obiettivi strategici delle Ferrovie federali vanno pertanto aggiornati. Lo afferma il Consiglio federale in un rapporto adottato ieri. L’analisi dei diversi modelli di proprietà per Ffs Cargo era stato chiesto da un postulato parlamentare. Le possibilità, oltre allo status quo, comprendono la partecipazione di terzi al capitale mantenendo la maggioranza nelle mani delle Ffs, la trasformazione in un’impresa a sé stante a partecipazione statale maggioritaria oppure la sua privatizzazione. Tutti i modelli prevedono un rafforzamento del Consiglio di amministrazione, il quale riceverebbe più autonomia nelle questioni strategiche. Questi dovrebbe inoltre ospitare al suo interno anche soggetti terzi indipendenti dalle Ffs. Dalle analisi, spiega il governo, è emerso che lo “status quo è preferibile ai modelli che prevedono una privatizzazione totale di Ffs Cargo o una partecipazione maggioritaria di terzi”.