Via la tassa ai ‘fuori zona’
Allineatasi in febbraio alle indicazioni di ElCom, la Sopracenerina ci ripensa
‘Validi ed equi’ i presupposti della Commissione federale dell’energia elettrica sul nuovo tributo. Ma la Ses rinuncia alla sua applicazione. Il dietrofront rende felice il Ppd.
Red
“La presente annulla la precedente”. Così si potrebbe riassumere l’invio di una nuova missiva da parte della Società elettrica sopracenerina (Ses) ai cosiddetti “fuori zona”, clienti titolari di impianti situati all’esterno dell’area di approvvigionamento di base. Utenti che, sino al dietrofront annunciato dall’azienda lo scorso 31 ottobre, sarebbero dovuti essere oggetto di una tassa aggiuntiva di 264 franchi, da intendersi come copertura dei costi di fornitura di energia elettrica dovuti all’ubicazione dell’impianto. Il tributo era nato su indicazione ricevuta dalla Commissione federale dell’energia elettrica (ElCom), in base alla quale la Ses spedì ai “fuori zona” un primo avviso nel mese di febbraio – accolto da una selva di critiche – seguito a ruota dalla sospensione temporanea della tassa, nell’intento di interpellare nuovamente ElCom sulle modalità di applicazione della stessa (da qui il posticipo della fatturazione a data da definirsi). La Sopracenerina conferma la “bontà” dei propri intendimenti. Così, infatti, li ha giudicati ElCom, che si è espressa positivamente anche sulla “corretta interpretazione del principio di causalità in base alla legislazione in vigore” (che per Ses è da leggersi come “i costi devono essere sostenuti da chi li causa”). In contrapposizione a tutto ciò, l’azienda fa rilevare “tutta una serie di condizioni e restrizioni che rendono assai difficoltosa l’applicazione pratica del nuovo tributo, con conseguenti maggiori costi per tutti”. Sottolineando che tale tassa – dal criterio applicativo “di difficile interpretazione” – dovrebbe riguardare “tutti gli stabili utilizzati saltuariamente, indipendentemente dall’ubicazione”. Nel contempo, ElCom ha confermato che i costi causati dagli impianti collocati “fuori zona” rientrano nei “costi generali sostenuti dal distributore di energia per la gestione della rete nell’ambito del servizio universale”. Per questo motivo, pur ritenendo corretti i presupposti della Commissione federale dell’energia elettrica sulla creazione della nuova tassa – definiti “validi ed equi” –, la Sopracenerina rinuncia alla sua applicazione. Per i cosiddetti “fuori zona”, interessati dall’introduzione del tributo, è dunque già in viaggio una nuova lettera, dal tenore opposto alla precedente. La tassa per residenze “fuori zona” (cfr. ‘laRegione’ del 22 marzo 2017) avrebbe interessato 2’500 abbonati su 80mila, per un introito complessivo di circa 650mila franchi.
‘I piccoli possono ancora vincere sui grandi’
Quale primo oppositore al nuovo tributo, già dal febbraio scorso, esulta il Ppd. “Un’ingiustizia doppia quella della nuova tassa”, tuonano i Dem nel comunicato stampa che fa seguito al dietrofront annunciato dalla Sopracenerina. Un provvedimento “ingiusto” che “avrebbe riguardato esclusivamente le zone periferiche del cantone, zone sufficientemente svantaggiate e che in passato hanno già generosamente dato tutto quanto potevano senza avere granché in cambio”. Nel sottolineare il carattere immotivato della soprattassa, il Ppd si rallegra del fatto che “i piccoli possono ancora vincere sui grandi” e che “mantenere vive le tradizioni del nostro territorio, popolando le zone più discoste del cantone, non deve costare nemmeno un centesimo in più del dovuto”.