‘Eccome se ce la giochiamo’
Pier Tami: ‘Siamo qui per dire la nostra. Abbiamo ritrovato il giusto atteggiamento, il gioco e la determinazione’.
Pilzen – «Il girone è aperto, ce la dobbiamo giocare, perché al di là della forza degli avversari, abbiamo dimostrato di poter dire la nostra. Ci vuole un pizzico di coraggio, di malizia, e di fortuna. Siamo qui per cercarle, queste cose. E per provocarle». È un Pier Tami battagliero quello che si appresta a guidare il Lugano nel quarto impegno europeo, il secondo in trasferta. E il secondo contro il Viktoria Pilzen, battuto a Lucerna nell’incontro che ha rilanciato le quotazioni di una squadra che fin lì era in grave crisi di risultati. Una crisi rientrata, superata dal suddetto successo e dall’1-0 al Lucerna che ha dato un po’ di sostanza alla classifica di Super League. E ora sotto, di nuovo. Non c’è tregua, il ritmo è incalzante. «Il calendario – prosegue il mister bianconero – non possiamo sceglierlo noi. Prendiamo partita dopo partita. Abbiamo voglia di confrontarci su un campo difficile, per avere una verifica del buon momento che stiamo attraversando. Adesso c’è questo esame, e ve bene così, anche se domenica ne affronteremo già un altro, in trasferta a Thun». La priorità data al campionato indurrebbe a pensare che Thun conti più di Pilzen... «Dissi prima di Sion che se avessimo fatto male contro il Pilzen a Lucerna, avremmo probabilmente accusato il colpo anche al Tourbillon. Conferme e riscontri sono importanti. Per preparare bene la partita con il Thun è importante fare una buona prestazione anche oggi. Se ci riesce una buona prova a Pilzen, possiamo farla anche a Thun. Detto ciò, a domenica penseremo in un secondo tempo». Il Lugano ha davvero svoltato? «Me lo fanno pensare la determinazione e i numeri, che dicono che nei duelli abbiamo pareggiato o siamo stati migliori degli avversari, nelle ultime partite. Prima ne perdavamo tantissimi, o ne facevamo pochi. Come la squadra tiene il campo, la convinzione con cui va nei duelli e li cerca… Sono questi i principi che mi portano a dire che siamo sulla strada giusta».
Qualche alternativa in più
Il modulo, più volte cambiato, è dunque relativo... «Non è detto che lo si debba sempre modificare. Non è il modulo che ci ha risolto i problemi. Ciò che ha fatto la differenza è la determinazione, l’attenzione, l’organizzazione che adesso abbiamo. È vero che in certe situazioni la tattica può anche aiutare, ma non era il cruccio numero uno quando c’erano grandi problemi di prestazione e risultati». L’atteggiamento conta più del modulo... «Nel calcio deve sempre essere quello giusto. Poi, ci sta anche che ci siano partite peggiori o migliori. Ma di certo non possiamo pensare di vincere le partite arrivando sempre secondi sulla palla, perdendo la
A colloquio con Samuel per dipanare gli ultimi dubbi
maggioranza dei duelli. Ho messo l’accento sull’atteggiamento perché da questo punto di vista stavamo andando alla deriva. Ritrovato questo, sono tornate d’incanto organizzazione di gioco e geometrie». Il gruppo, insomma, ha reagito. «I giocatori hanno discusso tra loro delle mie esternazioni in merito all’atteggiamento. Ho visto tutti loro svoltare. I numeri dicono che tutti hanno migliorato le proprie statistiche».
Per l’undici titolare, Tami non può non tener conto del ritmo serrato di partite... «Un allenatore deve ragionare anche su queste questioni. Oggi, però, ho qualche conoscenza in più circa il modo di reagire di certi calciatori, in un periodo intenso di partite. Prima dovevo scoprire determinate cose che oggi invece so. Alcuni ragazzi arrivati a campionato in corso hanno una condizione psicofisica migliore, che mi permette di continuare a mettere in fila le partite non per forza facendo recuperare qualcuno. Non credo che stravolgerò la squadra, anche perché qualche alternativa in più c’è. Posso dare un po’ di continuità a quanto di buono abbiamo fatto. Ogni partita mi dà delle risposte. A seconda di come sono, ho ragazzi in panchina che sull’incontro sono in grado di incidere. È successo anche a Cornaredo, con l’ingresso di Vecsei, Bottani e Yao».