L’Isis rivendica infine la strage di Halloween
New York – L’Isis ha rivendicato la strage di Halloween. Con un ritardo e attraverso un canale inusuali (quest’ultimo il giornale online del gruppo jihadista, Al-Naba) lo Stato islamico ha definito Sayfullo Saipov un “soldato del califfato” che ha portato a termine “uno dei maggiori attacchi contro i crociati in America”. Gli investigatori hanno fatto osservare che sinora l’Isis non ha mai reclamato la responsabilità per un attacco in cui il sospettato si trovasse nelle mani della polizia. Dettagli ritenuti non trascurabili nelle indagini in corso, che proseguono cercando di chiarire se Saipov avesse o no contatti personali con qualcuno legato all’Isis. Gli investigatori stanno passando al setaccio il matrimonio, in Florida nel 2015, del cognato di Saipov: una piccola cerimonia con 20 invitati, fra i quali la persona nel mirino dell’Fbi, officiata alla moschea di Tampa. A Tampa per un breve periodo Saipov aveva frequentato la moschea di Abdul, imam noto per le posizioni radicali, preoccupando non poche persone per le sue posizione estremiste. A Tampa Saipov trascorreva inoltre gran parte del suo tempo con Mukhammadzoir Kadirov, il secondo uomo finito sotto inchiesta dell’Fbi per l’attacco a New York, perché ritenuto in possesso di informazioni importanti per l’indagine. Kadirov, già sentito dagli investigatori, ha però preso le distanze dal gesto di Saipov: “Non è accettabile. Come musulmani rigettiamo questo tipo di azioni. Nessun essere umano con un cuore può fare una cosa del genere’’, ha affermato in un comunicato. Mentre le indagini proseguono, New York volta pagina e fra misure di sicurezza rafforzate si appresta a ospitare la maratona domenica 5 novembre. Sarà una corsa blindata per cercare di garantire la sicurezza dei 50mila corridori e dei due milioni di persone che scenderanno in piazza a festeggiarli. Infine, per dovere di cronaca, la reazione di Donald Trump. “La pagheranno cara – ha twittato –. Da ora in poi ogni volta che saremo attaccati li colpiremo dieci volte più duramente”. Come no.