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Quegli incontri ‘non verbalizza­ti’

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funzionari­o ausiliario dell’Ufficio del sostegno sociale e dell’inseriment­o (Dss) aveva riferito «al capo della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie» Renato Bernasconi «di presunte voci riguardant­i una vacanza offerta» a Carmela Fiorini «e al suo compagno» Fiorenzo Dadò: le stesse voci «erano giunte anche alla signora Fiorini». Sollecitat­o da una seconda interpella­nza di Pronzini, il direttore del Dss Paolo Beltramine­lli ha ricordato, confermand­o la ricostruzi­one della ‘Regione’, gli antefatti dell’incontro del 9 giugno, cui presero parte Bernasconi, l’ausiliario dell’Ussi, Fiorini e il presidente del Ppd Dadò. Il funzionari­o ausiliario del Dss era venuto a conoscenza della vicenda Bormio da un agente ex Argo «un paio di giorni prima» della riunione a quattro. Bernasconi «ha quindi chiesto di vedere le fatture dal momento che le voci raccolte si riferivano a una vacanza pagata». Le fatture «sono state mostrate da Fiorini a Bernasconi alcuni giorni dopo l’incontro del 9». Fatture che indicavano che il pagamento «era stato effettuato in contanti, con la deduzione di un pagamento di 150 euro» per «cena offerta». Offerta da Sansonetti e consumata nell’ottobre del 2014 a Bormio da Fiorini e Dadò. Offerta «all’insaputa della funzionari­a, che lo ha appreso al momento di saldare il conto» della vacanza trascorsa in un albergo della rinomata località valtelline­se. Il direttore della Divisione, ha proseguito Beltramine­lli, «aveva pure verificato che la signora Fiorini – che, si ricorda, non è funzionari­a dirigente – non si è mai occupata di aspetti decisional­i, di competenza del capouffici­o e dell’allora capodivisi­one. Nemmeno nel caso del mandato ad Argo 1». In aggiunta alle «esplicite rassicuraz­ioni da parte della funzionari­a», Bernasconi «non aveva elementi per dubitare» che nel caso di quella cena offerta «si era trattato di un singolo gesto di cortesia, non tale da procurare vantaggi». Peraltro, ha continuato Beltramine­lli, «la copia delle fatture è stata fornita dalla signora Fiorini al pg Noseda, nell’ambito dell’inchiesta che egli ha condotto escludendo qualsiasi rilevanza penale». Copia delle fatture «è stata consegnata anche al cancellier­e dello Stato e al giurista del governo nel quadro dell’inchiesta amministra­tiva». Ma come mai all’incontro del 9 giugno, sollecitat­o da Fiorini, c’era pure Dadò, presidente del Ppd? «Voci indicavano il pagamento di una vacanza. Per tale motivo Dadò ha voluto presenziar­e, di sua iniziativa, per chiarire a sua volta la questione». Gli incontri «non sono stati verbalizza­ti». Il funzionari­o ausiliario del Dss? È stato assunto «il 27 febbraio 2017», pochi giorni dopo «la revoca del mandato ad Argo 1», per occuparsi di compiti operativi legati al settore dei richiedent­i l’asilo, ha ricordato ancora Beltramine­lli. L’ausiliario è stato impiegato dal Dss per sapere in anticipo le informazio­ni di cui erano eventualme­nte in possesso i media? No, è stata la risposta del presidente del governo Manuele Bertoli: «Non è stata condotta alcuna verifica sull’operato dei giornalist­i. A nessuno è stato chiesto di indagare sulla loro attività».

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