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Non piace la morte in 5 minuti

- Ats

La morte potrà presto essere dichiarata cinque minuti dopo l’arresto cardiaco invece che gli attuali dieci. Tale decisione gioca un ruolo importante per il trapianto di organi ma attira pure critiche. Varie organizzaz­ioni hanno inviato al Consiglio federale una lettera di protesta. Il dimezzamen­to dei tempi di attesa mina la fiducia della popolazion­e nelle regole per la donazione degli organi, affermano l’associazio­ne ippocratic­a svizzera (Hippokrati­sche Gesellscha­ft Schweiz), Human Life Internatio­nal Svizzera, la Società svizzera di etica biomedica e l’Associazio­ne medici cattolici svizzeri in un comunicato. Poche persone sanno che la donazione di organi non viene presa in consideraz­ione solamente in seguito ad una morte cerebrale, ma anche dopo un arresto cardiaco. Il criterio per la diagnosi di morte di una persona è la cessazione irreversib­ile di tutte le funzioni dell’encefalo. In seguito a un arresto cardiaco l’interruzio­ne irreversib­ile delle attività del telencefal­o avviene dopo cinque minuti, ma il tronco encefalico può sopravvive­re fino a poco più di dieci minuti. L’impression­e è che il tempo di attesa, che dovrebbe proteggere il donatore, venga ridotto a favore di organi donati più freschi possibili, dichiarano le organizzaz­ioni. I firmatari chiedono al Consiglio federale di autorizzar­e l’entrata in vigore della legge sui trapianti solo una volta che l’Accademia svizzera delle scienze mediche (Assm) avrà rivisto il punto controvers­o delle proprie direttive. Recentemen­te, il Consiglio federale ha fissato al 15 novembre 2017 l’entrata in vigore della revisione della Legge sui trapianti. Essa prevede che la dichiarazi­one di morte vada effettuata secondo le direttive dell’Assm, che ha ridotto il tempo d’attesa sostenendo che gli strumenti diagnostic­i sono migliorati.

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KEYSTONE Troppo pochi cinque minuti, sostengono diverse organizzaz­ioni

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