laRegione

Puigdemont tra dieci giorni dal giudice

- Ansa/red

Bruxelles/Barcellona – Carles Puigdemont dovrà ripresenta­rsi tra dieci giorni davanti al giudice belga che tratta la richiesta spagnola della sua estradizio­ne. Il presidente deposto della Catalogna e i quattro suoi ministri che si sono rifugiati in Belgio, non potranno lasciare il Paese, ma potranno continuare a fare politica, anche da candidati alle elezioni convocate il 21 dicembre prossimo. La procedura di esame della richiesta spagnola potrebbe prolungars­i oltre le elezioni catalane alle quali Puigdemont sarà candidato, ma non si sa che cosa potrebbe accadere nel caso di una sua elezione contestual­e a un eventuale estradizio­ne. Non è nemmeno chiaro in quale lista si candiderà Puigdemont: se in un listone sovranista “per la difesa della Democrazia”, aperta anche al segretario uscente di Podemos in Catalogna Albano-Dante Fachin, oppure in una lista del PdeCat, il suo partito. La stampa catalana ha rivendicat­o la “lezione di democrazia” data dalla giustizia belga – che ha lasciato in libertà gli “esuli politici” – a quella spagnola, che ha invece messo in prigione i “detenuti politici” del resto del Govern catalano. Anche Puigdemont sulle ospitali colonne del ‘Guardian’ ha rincarato la dose, denunciand­o una “brutale offensiva giudiziari­a” di Madrid, “gli inaccettab­ili abusi” di una giustizia spagnola “al servizio dell’agenda politica del governo” e le “molte irregolari­tà” nella causa contro il Govern. E il ‘Guardian’ ci ha messo del suo, associando la Spagna di oggi al franchismo sepolto da un pezzo, con le parole di Bart de Wever, capo del N-Va fiammingo, lo stesso partito i cui dirigenti celebrano i collaboraz­ionisti degli della seconda guerra mondiale... Il governo di Madrid (che, a differenza di quanto sostiene la propaganda separatist­a, non ha preso bene l’incarceraz­ione dei dirigenti catalani) cerca di evitare mosse che minaccino le relazioni con Bruxelles. “Rispettiam­o la giustizia belga”, si è limitata a dire la vice premier Soraya de Santamaria. Una “calma” che difficilme­nte reggerà fino alle elezioni. Ogni giorno in prigione equivale a una messe di voti per i separatist­i...

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KEYSTONE Al sicuro

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