Pronini tace Lotti parla di autolesionismo
Locarno si è trovata in ambasce nel momento in cui la Società elettrica Sopracenerina – di cui è azionista al 18,7%, il più presente fra i Comuni – le ha recapitato le offerte per la fornitura di energia elettrica nel 2018. E ha bloccato ogni decisione sul rinnovo dell’abituale contratto – strutturato su pacchetti, come tutti i grandi consumatori – fintanto che non fosse giunta un’indicazione chiara sul da farsi da parte del Cantone. Se emergesse la necessità di andare sul mercato e mettere la fornitura a concorso, le conseguenze sono imprevedibili sia per la Ses, sia per Aet, il cui ruolo semimonopolistico verrebbe messo fortemente in discussione in un contesto in cui di principio vince il miglior offerente.
Il direttore della Ses: ‘Il problema esiste. Ma riguarda anche Cantone e Confederazione’.
Contattati nel merito, i due direttori mostrano approcci differenti. Roberto Pronini, direttore di Aet, si limita a dichiarare che «su questo tema non abbiamo niente da dire». Daniele Lotti, suo omologo alla Ses, è più loquace: «Il tema indubbiamente esiste ma non siamo certo noi che dobbiamo dare delle risposte. La questione se la devono eventualmente porre i Comuni, ma alla stessa stregua anche il Cantone, che pure è grande consumatore con tutti i suoi stabili. E la Confederazione? Il problema riguarda tutti, compresi noi come distributori ticinesi di energia. In tutti i casi, entrano in linea di conto unicamente i punti di fornitura sopra i 100mila KWh. Laddove è il caso, è legittimo porsi delle domande, ma le risposte spettano semmai ai giuristi. A quanto mi risulta, in Svizzera nessun grande consumatore pubblico procede in questo modo; saremmo quindi noi in Ticino i primi a farlo». Lotti invita infine a «riflettere sui vantaggi e gli svantaggi che una discesa sul libero mercato porterebbe. Personalmente non posso non vedere in questa eventualità, nel nostro contesto locale, una punta di autolesionismo».