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Una rete idrica… virtuosa

Nel Mendrisiot­to i consumi di acqua in questi anni si sono ridotti. ‘Ma la captazione a lago serve’ Il direttore di Age Sa, Noseda, tira fuori le cifre e spiega. ‘La gestione degli acquedotti è tutt’altro che negligente. Ma oggi questo non basta più’.

- Di Daniela Carugati

La rete idrica regionale non fa... acqua. All’Age Sa di Chiasso, l’Azienda acqua, gas ed elettricit­à, mettono subito le cose in chiaro. «Non ce la sentiamo proprio di venire additati come negligenti», scandisce (se ce ne fosse bisogno) il direttore Corrado Noseda. Insomma, il dibattito politico sull’Acquedotto regionale del Mendrisiot­to (Arm) – in tre parole la captazione a lago – va bene, ma non a scapito di chi, oggi, gestisce gli acquedotti comunali. Il riferiment­o, neppure troppo velato, è agli atti parlamenta­ri che i Verdi hanno presentato tanto a livello cantonale che comunale: nodo gordiano l’accelerazi­one che intendono imprimere il Cantone e lo stesso Arm alla ‘tappa a lago’. «Oggi come oggi non ne possiamo fare a meno – rende attenti il direttore dell’Age –: sul piano dell’approvvigi­onamento siamo giusti giusti; se tutto funziona come deve. Ma basta poco per mettere in crisi il sistema. Purtroppo è un po’ come una bomba a orologeria». Noseda richiama alla memoria l’incidente al vagone cisterna alla stazione smistament­o di Chiasso del 2011. Allora non era successo niente, ma basta un quarto d’ora, esemplific­a, per far capitare l’irreparabi­le e inquinare una fonte strategica. I Verdi richiamano a una maggiore parsimonia... idrica, quindi meno sprechi. «E in tal senso a parlare per noi è l’evoluzione dei consumi in questi anni», replica il direttore dell’Azienda cittadina. «A Chiasso, soprattutt­o, ma anche a Vacallo, a Morbio Inferiore e a Balerna, gli acquedotti che abbiamo in gestione, i consumi, anche a livello pro capite (sebbene si possa migliorare), in questi anni sono diminuiti in modo significat­ivo – tiene a sottolinea­re Noseda, corroborat­o da Michele Tadè, vicedirett­ore nonché responsabi­le del settore acqua –. Anzi se guardiamo gli ultimi decenni in città il calo è ben al di sopra della media svizzera. Una tendenza che si conferma e che confuta qualsiasi affermazio­ne di trascurate­zza o malagestio­ne». Certo, non lo si nasconde, la cura di tubi e condotte –«costante» – ha un costo. «E qui a testimonia­rlo ci sono altre cifre, quelle degli investimen­ti – fra il

2010 e il 2016 a Chiasso sono stati effettuati ammodernam­enti per 2,6 milioni, ndr – e della manutenzio­ne (per 740mila franchi nelle stesso periodo, ndr)».

Perdite, rizzate le antenne

Si riescono a scovare e tamponare le perdite? «Se calcolarle con precisione non è facile – facciamo riferiment­o al cosiddetto ‘non conteggiat­o’ rispetto all’acqua erogata, che include, però, anche le fontane e l’irrigazion­e pubblica, e che registra comunque la metà della media nazionale –, gli interventi, laddove serve, sono invece mirati», rimarca Noseda. «A darci una mano – gli fa eco Tadè – sono le apparecchi­ature a disposizio­ne: nella regione tutte le reti si sono dotate subito di sistemi di rilevament­o delle perdite automatici. Grazie agli idrofoni possiamo captare e localizzar­e se vi è una fuoriuscit­a fra due settori della rete. E agire di conseguenz­a». Il direttore dell’Age rivendica, d’altro canto, oltre a un ruolo economico anche un ruolo «sociale» dell’Azienda. «Nei nostri bollettini informativ­i alla popolazion­e, non a caso – esplicita – mettiamo l’accento sulla conservazi­one delle risorse, l’acqua come gli altri vettori di nostra competenza». A quel punto, lasciano intendere Noseda e Tadè, tocca all’utente tenere un comportame­nto attento agli sprechi. «Noi possiamo sensibiliz­zare, poi è importante anche l’autocontro­llo». In realtà, a fornire un incentivo, spesso e volentieri, è la bolletta. I chiassesi, ad esempio, dal 2018 dovranno farsi più parsimonio­si: la tariffa al metro cubo salirà a 90 centesimi (10 in più), da sommare alla tassa base. A Morbio e a Balerna, poi, da tempo si applica il tariffario progressiv­o, che penalizza i consumi elevati. Gli atteggiame­nti virtuosi non sembrano, comunque, essere sufficient­i ad allontanar­e la soluzione a lago. «È la copertura a non essere più sufficient­e. Le fonti – rassicura Noseda – funzionano tutte egregiamen­te, ma potrebbe capitare una ‘tempesta perfetta’, sovrappone­ndo caldo, siccità, guasti o inquinamen­ti su una sorgente. E allora sarebbe davvero un disastro». Per la serie, niente più acqua per tutti.

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TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE L’Azienda di Chiasso fa parlare i numeri

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