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Cassette, Carbone rifiuta l’estradizio­ne

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“Signor Angelo Carbone le autorità svizzere hanno chiesto la sua estradizio­ne. Acconsente?”. Per accorciare i tempi del procedimen­to di estradizio­ne nei giorni scorsi un giudice della Corte d’Appello vicentina ha posto la domanda a Angelo Carbone, 61enne originario di Paolisi (Benevento), residente a Como, arrestato a Vicenza, domenica 29 ottobre, per aver durante il weekend svuotato nel caveau dell’ufficio cambi “Free Money Sa” di Castagnola, tre cassette di sicurezza. “No, non acconsento”. La telegrafic­a risposta, dopo che all’uomo era stato notificato il mandato di cattura internazio­nale del pp Zaccaria Akbas. Con il mancato consenso dell’indagato le possibilit­à di estradizio­ne si riducono al lumicino e i tempi si allungano. Nel frattempo sulla vicenda si affollano numerosi interrogat­ivi che autorizzan­o gli investigat­ori a ipotizzare qualcosa di più complesso di un “semplice” furto, il cui autore non poteva non essere identifica­to. È stato, infatti, sufficient­e soffermars­i sulle immagini di videosorve­glianza per vedere Angelo Carbone, con un piede di porco, un cacciavite e uno scalpellin­o, scassinare le tre cassette di sicurezza poi svuotate. Non uno qualunque, bensì una persona ben conosciuta dai titolari dell’ufficio cambi in quanto Carbone da anni lavorava a Castagnola. Gli investigat­ori non escludono una razzia su commission­e ma è ignoto il contenuto delle tre cassette scassinate. Rimane strano il fatto che Carbone, su ottanta cassette di sicurezza, ne abbia prese di mira solo tre e non a caso visto che non sarebbero state una accanto all’altra. M. M.

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