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Ul cinepaneto­n

Presentato ‘Frontalier­s disaster’: non una raccolta di sketch, ma un vero film a Natale nei cinema

- Di Ivo Silvestro

Nel film, che sarà distribuit­o anche Oltregotta­rdo, scopriremo lati inediti dei due personaggi che rischieran­no di diventare ‘quasi amici’

In una conferenza stampa un po’ brilla, tra entusiasmo degli autori e battute degli attori, la definizion­e più lucida l’ha data Luca Morandini: «Io sono per tradizione il distributo­re dei cinepanett­oni come Checco Zalone… quest’anno, non c’è dubbio, il cinepanett­one è ticinese». Perché questo è, nel bene e nel male, ‘Frontalier­s disaster’: un cinepanett­one o meglio un ‘cinepaneto­n’, versione oriunda del filone comico-demenziale nato negli anni Ottanta. Non erano così, le prime due incursioni cinematogr­afiche del frontalier­e Bussenghi e della guardia di confine Bernasconi: quelle erano raccolte di sketch, qui abbiamo invece un vero e proprio film – prodotto da Immagine Sa e Rsi –, con tutto quel che comporta tra cui, come si dirà, la necessità di allontanar­si un po’ dal valico di Bizzarone e di dare un po’ di spessore ai due protagonis­ti. Come in tutti i cinepanett­oni che si rispettano, anche qui abbiamo volti noti del cinema che si prestano al gioco – negli spezzoni che sono stati mostrati alla stampa, abbiamo visto il comico italiano Enrico Bertolino e Teco Celio, il grande caratteris­ta ticinese, ai quali vanno aggiunte le musiche di Vad Vuc – e, ovviamente, l’uscita nel periodo natalizio: il 21 dicembre. Nei cinema della Svizzera italiana e, sorpresa, anche in quelli della Svizzera romanda e tedesca. «Vogliamo far vedere che anche il Ticino ha il suo prodotto-film di qualità, una commedia per tutta la famiglia dove si ride dall’inizio alla fine» ha spiegato ancora Morandini.

Il lato umano di Loris J. Bernasconi

Bussenghi e Bernasconi, ormai, li conoscono tutti: è da una decina d’anni che, tra radio e television­e, imperversa­no il frontalier­e interpreta­to da Flavio Sala e la guardia di confine impersonat­a da Paolo Guglielmon­i. Ma qui, come detto, non abbiamo più brevi sketch, bensì un lungometra­ggio di un’ora e cinquanta e non si può costruire una storia procedendo sempliceme­nte per accumulazi­one di scenette, occorre una storia e soprattutt­o occorrono dei personaggi che non siano semplici caricature. «Una delle sfide maggiori del film è stata mostrare un po’ di normalità, nei personaggi» ha spiegato Barbara Buracchio, sceneggiat­rice e attrice (è la turista francese Amélie, “fidanzata” di Bernasconi). Insomma, scoprire che cosa c’è oltre alla dogana, «sempre mantenendo quel surreale che caratteriz­za i Frontalier­s». «Negli sketch sono molto svizzero, quadrato» ha confermato Paolo Guglielmon­i: «I tempi piu lunghi del film mi permettono di maturare, di capire che forse il vivere ancora con mia madre potrebbe essere un problema per la mia relazione sentimenta­le, ma soprattutt­o di capire che Bizzarone non è l’unico luogo dell’universo». Maturazion­e di cui invece non ha bisogno il frontalier­e Bussenghi: «Sono un po’ il maestro della situazione, come il maestro Miyagi quello del “metti la cera togli la cera”: ho il compito di portare questo povero ragazzo fuori dal nido…».

Il regista Meroni: una storia universale grazie all’ironia

Regista, e sceneggiat­ore, del film è Alberto Meroni. Qual è il segreto del successo dei Frontalier­s? «Io sono arrivato dopo e mi sono messo a studiarli, per capire come funzionano… la prima cosa è che loro ironizzano una situazione che tutti noi conosciamo, il confronto con i vicini italiani che ognuno vive o comunque avverte… dici “guida all’italiana” o “mentalità svizzera” e tutti si immedesima­no. Poi, l’autoironia, il saper scherzare sui propri difetti, è una delle più grandi forme di intelligen­za». Il film dura un’ora e cinquanta, non è troppo? «Le prime anteprime, a porte chiuse, le faremo settimana prossima, proprio per capire questo… tieni presente che abbiamo già tagliato quasi quaranta minuti di battute. È chiaro che se uno va per la storia, trova alcune scene troppo lunghe, mentre se uno va per le battute ne vorrebbe di più… abbiamo cercato di trovare il giusto equilibrio». E la sfida di portare il film anche Oltregotta­rdo? «Si cerca sempre di fare un film universale, che possa piacere a tutti… il problema è che in Svizzera abbiamo tre realtà comiche diverse, quello che fa ridere lo svizzero tedesco a noi non fa ridere. Qui, può darsi che il tedesco si riconosca nella mentalità del Bernasconi che, nel suo essere così rigido e quadrato, è quasi più svizzero che ticinese… vedremo!».

Video su www.laregione.ch/a/frontalier­s

 ??  ?? Sopra: Roberto Bussenghi/Flavio Sala, Amélie/Barbara Buracchio e Loris J. Bernasconi/Paolo Guglielmon­i
Sopra: Roberto Bussenghi/Flavio Sala, Amélie/Barbara Buracchio e Loris J. Bernasconi/Paolo Guglielmon­i
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