Per ora il bene batte il male
Nonostante le tensioni, Angelo Renzetti vuole andare avanti con Tami: ‘Parleremo e metteremo a posto tutto. Spero...’
Angelo Renzetti è fatto così, quello che pensa, dice. Per cui non ci stupiamo se quando gli chiediamo un commento sulla partita di domenica alla Stockhorn Arena (1-1), in un certo senso mette ulteriore carne su un fuoco già bello “carico”. «A Thun ho visto più o meno quello che mi aspettavo, anche perché era inevitabile che la squadra, oltretutto confrontata con alcune assenze, pagasse le fatiche dell’Europa League – afferma il presidente bianconero, tornato a parlare dopo –. In questo senso è stato un peccato non avere a disposizione un giocatore come Bottani, che forse si è spremuto un po’ troppo a Pilsen. Inoltre abbiamo un portiere (Da Costa, ndr) che sta attraversando un momento difficile ed è un peccato, perché evidentemente un errore dell’estremo difensore quasi sempre si traduce in un gol incassato e spesso in punti persi. Se ripenso alle ultime due trasferte in campionato a Thun e a Sion, le indecisioni ci sono costate quattro punti, per cui è un problema da affrontare. Non è questione di togliergli la fiducia, ma penso sia naturale che quando un portiere fatica in questo modo, sia giusto dargli un po’ di riposo e rivalutare la situazione. È anche una questione di rispetto verso l’altro (l’attuale numero due Joël Kiassumbua, impiegato per la prima e unica volta due settimane fa nel match di Coppa Svizzera a Schötz, ndr)». Come dire che il lavoro e i temi di interesse non mancheranno a Cornaredo nelle prossime due settimane di stop per gli impegni delle nazionali. Una sosta di certo benvenuta per una squadra che prima della pausa invernale si giocherà moltissimo in circa un mese, con oltre all’accesa lottasalvezza in campionato, le ultime due partite di Europa League (in casa con il Beer Sheva e a Bucarest) e i quarti di finale di Coppa Svizzera con il Gc (il 30 novembre a Lugano)... «Sarà importante finire bene l’anno. Senza alcuni errori individuali e un po’ di fortuna in più (penso ad esempio alla partita con il San Gallo interrotta quando stavamo vincendo e poi persa 1-0), saremmo molto più su
in campionato e magari anche in Europa League. Io sono convinto che abbiamo una squadra all’altezza, che oltretutto ha dimostrato di saper reagire con grinta e carattere alle situazioni difficili». Comprese quelle fuori dal campo, come la tensione creatasi negli scorsi giorni per il botta e risposta attraverso i media tra presidente e allenatore... «Ci tengo a dire che non ho mai dubitato della buona volontà di giocatori o staff, che anzi ho sempre sostenuto e continuerò a farlo. Ho semplicemente voluto dire la mia su determinate scelte nelle quali non vedevo una logica e avere spiegazioni in merito, ma non voglio passare per un presidente
che vuol fare l’allenatore, chi lo afferma fa solo retorica inutile. Sicuramente ho sbagliato il modo, la forma, ma io sono fatto così, non mi piace l’ipocrisia. Inoltre ho reagito in quel modo perché all’Europa League tengo molto e credevo nella qualificazione, mentre ora ci credo un po’ meno ed è un peccato, perché se guardiamo tutte le prestazioni e in particolare le prime due partite, avremmo potuto tranquillamente almeno pareggiarle. C’era la possibilità concreta di fare più punti e magari passare il turno, che significava soldi nelle casse, grande visibilità e valorizzazione dei giocatori. Bisogna tener conto che io sono il presidente, ci metto l’anima e oltre a vivere l’aspetto sportivo del club, devo anche pensare a quello societario. Non è sempre facile trovare e mantenere un equilibrio». Nonostante le tensioni, Renzetti è ancora convinto che Pier Tami sia l’uomo giusto per il suo Lugano. O perlomeno che non sia ancora il momento di cambiare... «Quando un allenatore prende in mano una nuova squadra, è normale che debba capirne le dinamiche e i meccanismi. Ora Tami ha cominciato a farlo, così come i giocatori hanno capito lui, per cui non avrebbe senso cambiare e ricominciare da capo. Inoltre come ho già detto staff e squadra lavorano bene e seriamente in allenamento, mentre in partita si è visto anche un buon gioco e la speranza è che possa andare sempre meglio. In un rapporto c’è il bene e il male e per ora il bene supera il male, perché anche se a volte mi arrabbio, il bene del club va messo davanti alle situazioni personali. Con Tami parlerò sicuramente nei prossimi giorni e gli spiegherò queste cose, gli dirò che sono una persona concreta e che voglio vedere i risultati, che non mi interessa la retorica. E non parlo di tecnica o tattica, è una questione di stile. Io spero e sono convinto che troveremo la maniera di andare avanti assieme e fare il bene del Lugano».