No ai mezzi gratis il primo giorno di polveri (fini) alle stelle
Non ha avuto successo la proposta di Massimiliano Ay (Pc) di istituire la gratuità dei trasporti pubblici in caso di superamento del limite di polveri fini (Pm10) nell’aria. Con 46 favorevoli (Plr, Lega, Ppd, LaDestra), 20 contrari (Ps, Verdi, Pc/Mps, MontagnaViva) e 5 astenuti il Gran Consiglio ha infatti approvato il rapporto del leghista Fabio Badasci, che in aula ha giustificato la scelta di non accogliere la mozione di Ay affermando come «questa misura serva a poco, soprattutto in rapporto al costo per il Cantone». Cinque milioni che hanno diviso i deputati. Per la verde Michela Delcò Petralli se si deve parlare di costi bisogna farlo «fino in fondo, analizzando i costi per la salute portati dall’inquinamento dell’aria», mentre per il socialista Bruno Storni, che ha ritenuto la mozione di Ay un buon primo passo, gli investimenti necessari ammontano «ad almeno 50 milioni, perché non basta quanto fatto finora, bisogna correggere la situazione con mezzi più forti». Il Plr Fabio Schnellman, evidenziando come «‘gratis’ è una parola che fa paura» ha affermato dal canto suo che nel Mendrisiotto «ogni giorno entrano 30mila frontalieri con 30mila auto» e che bisogna sensibilizzare le aziende a consigliar loro i mezzi pubblici. Di frontalieri ha parlato un altro contrario, Paolo Pamini (La Destra), il quale ha proposto di «destinare parte dei ristorni dati all’Italia al nostro servizio di trasporto pubblico», facendo replicare il capogruppo socialista Ivo Durisch che ha ricordato come «dare la colpa agli altri non risolve il problema, soprattutto quando nei momenti in cui c’è da votare l’aumento delle zone industriali nessuno si preoccupa dei possibili nuovi frontalieri assunti». Dal canto suo, il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali ha affermato che «le cose non vanno poi così male, nel 2016 il traffico nel Sottoceneri non è aumentato» e che «se da 150 sforamenti di polveri fini annui siamo scesi a una trentina è per le politiche portate avanti da governo e parlamento». Politiche che continueranno, visto che Zali intende «chiedere crediti per la mobilità elettrica e rinnovare quelli per la mobilità aziendale».