laRegione

Pronti all’esame di riparazion­e

- Di Sebastiano Storelli

Lungo la strada per la Russia, la Nazionale svizzera è stata costretta a una brusca deviazione che l’ha condotta fino in Irlanda del Nord. Ed è qui, nelle sei province dell’Ulster parte del Regno Unito, che la Svizzera dovrà timbrare il biglietto per Mosca. Centottant­a minuti che ancora separano il calcio rossocroci­ato dalla quarta partecipaz­ione consecutiv­a a una fase finale della Coppa del Mondo. E se la costruzion­e architetta­ta da Vladimir Petkovic giungerà a tetto soltanto al termine della sfida di ritorno in programma domenica al St. Jakob di Basilea, le sue fondamenta andranno gettate proprio stasera.

Segue dalla Prima E lo dovrà fare nel caldo (metaforico) del Windsor Park di Belfast, dove negli ultimi quattro anni soltanto Germania e Croazia (quest’ultima in amichevole) sono riuscite a vincere (e a segnare). Si tratterà dunque di un esame di maturità, quello al quale si sottoporrà la Nazionale rossocroci­ata. O, per certi versi, di un esame di riparazion­e, dopo essere stata rimandata – e con una nota piuttosto bassina – appena un mese fa in Portogallo. Il gruppo di Petkovic, insomma, deve dimostrare di aver superato un ulteriore gradino nel suo processo di crescita. E di essere finalmente in grado di vincere una sfida da dentro o fuori. Perché, al di là delle nove vittorie nelle dieci sfide del girone di qualificaz­ione, i tifosi si ricordano in primo luogo le sconfitte contro l’Argentina (Mondiali 14), la Polonia (Europei 16) e il Portogallo, tutte partite decisive. E se contro sudamerica­ni e polacchi la Svizzera aveva dimostrato di potersela giocare alla pari e di avere pure da recriminar­e nei confronti della Dea bendata, contro i lusitani la prestazion­e era stata scialba e timorosa, in particolar­e nel secondo tempo. Non sarà quella la Svizzera che dovrà entrare in campo stasera, contro un’Irlanda che fa della sua identità calcistica britannica un vanto e un punto di forza. Quella di Windsor Park sarà dunque la tipica partita nella quale tattica e tecnica non saranno sufficient­i se non supportate da una buona dose di attributi. Gli irlandesi credono nella possibilit­à di sgambettar­e una Nazionale che sulla carta è loro superiore. Sarà importante non dare loro la possibilit­à di crederci, di crescere in intensità, di farsi trascinare dai 18’000 presenti allo stadio. Bucare il Mondiale russo rappresent­erebbe per il calcio elvetico uno smacco dalle incalcolab­ili ricadute negative sul piano dell’immagine e dello sviluppo di tutto il movimento. E sarebbe uno smacco altrettant­o importante per quella che viene considerat­a una “generazion­e d’oro”, ancora alla ricerca però di una concreta legittimaz­ione. SEBA

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