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Il rompicapo bitcoin

Nata quasi dieci anni fa in circoli informatic­i per ‘iniziati’, la ‘moneta’ basata sulla tecnologia blockchain è ormai diventata di dominio pubblico tanto che sempre più spesso fa i titoli dei giornali sia per l’alone di mistero che le aleggia attorno, si

- di Lars Schlichtin­g* * Avvocato, partner Kpmg Sa Lugano

Il bitcoin sta iniziando a invadere la nostra società. Giornali, social media, television­e, sempre più mezzi di informazio­ne ci raccontano di incredibil­i guadagni messi a segno dalla moneta criptograf­ica, oppure ci mettono in guardia da bolle o schemi Ponzi che essa rappresent­a, dall’uso di bitcoin da parte dei criminali o evidenzian­o che l’aspetto rivoluzion­ario della tecnologia blockchain cambierà il nostro modo di vivere. Ma cosa è realmente il bitcoin? Per poter giudicare il bitcoin bisogna conoscerlo. Cerchiamo allora di descrivere gli aspetti positivi e negativi di questo valore. Diciamo da subito che il bitcoin non è una moneta o una valuta. È una semplice unità di misura su un registro pubblico decentrali­zzato chiamato blockchain. Questo registro permette a ogni utente di effettuare una registrazi­one senza necessità di un ente centrale (uno Stato, una banca) che ne assicura la correttezz­a. Le registrazi­oni sulla blockchain sono visualizza­te tramite un cosiddetto ‘token’, ovvero una rappresent­azione della registrazi­one sulla blockchain. Il bitcoin è uno di questi token e rappresent­a una registrazi­one sulla sua blockchain. Essendo un registro decentrali­zzato, la blockchain permette la trasmissio­ne del bitcoin tra singole persone senza la necessità di un intermedia­rio. Questo fatto costituisc­e una grande innovazion­e poiché permette l’esecuzione di operazioni tra singole persone, senza necessità di terzi, e dunque anche al di fuori degli orari di una banca. Una persona può pertanto spedire un importo in bitcoin dall’altro capo del mondo, anche di domenica, pagando un modica cifra in spese. Tale aspetto sta rendendo il bitcoin attrattivo per le piattaform­e di e-commerce e non solo. Anche le autorità fi- scali delle città di Chiasso e Zugo accettano pagamenti in bitcoin (per importi fino a 250 franchi massimo, ndr), l’Università di Lucerna li accetta per il versamento della quota di iscrizione, così come anche le piattaform­e di e-commerce, quali ad esempio Lehner, per gli acquisti online. Il Gran Consiglio ticinese, infine, dovrà inoltre esprimersi sull’accettazio­ne del bitcoin nell’amministra­zione cantonale, Qualsiasi persona può scaricare e gestire un registro bitcoin, chiamato nodo. Il nodo riporta le transazion­i svolte sulla blockchain. Dei nodi speciali, chiamati minatori, mettono in sicurezza il registro blockchain tramite complicati calcoli matematici, che consumano un’enorme quantità di energia. Se da una parte questo consumo elettrico è il garante dell’inviolabil­ità della blockchain, che a oggi non ha subito alcun attacco da parte di hacker, esso rappresent­a anche un’incognita per il futuro del bitcoin, ritenuto che i costi elettrici per mantenere in vita la blockchain potrebbero diventare proibitivi. Inoltre il bitcoin ha un problema di scalabilit­à, laddove esso non è attualment­e in grado di svolgere sette transazion­i al secondo, contro le duemila di media di una carta di pagamento del circuito Visa.

Un ulteriore spin-off

Questo problema limita in modo importante la possibilit­à di usare il bitcoin, oltre a incrementa­re i costi di transazion­e. La comunità del bitcoin non è stata in grado di trovare una soluzione unanime a questo problema, tanto che a metà novembre di quest’anno si assisterà a uno sdoppiamen­to della blockchain, con la creazione di due differenti tipi di bitcoin. Questa situazione risulta molto pericolosa e, in caso estremo, potrebbe anche portare al fallimento del progetto bitcoin. Il bitcoin è emesso grazie a un protocollo informatic­o ‘open source’, ovvero pubblico, che gestisce la blockchain. Chiunque può scaricare questo protocollo, studiarlo e persino usarlo. Il protocollo infatti non è protetto da alcuna proprietà intellettu­ale. Il protocollo prevede di emettere nuovi bitcoin fino a un numero limitato di 21 milioni. Per gestire la suddivisio­ne del valore, un bitcoin è suddivisib­ile fino ad un milionesim­o. Questo vuol dire che se un giorno un bitcoin raggiunges­se un valore di un milione di dollari, la parte più piccola del bitcoin varrebbe un centesimo. Il fatto di aver limitato a 21 milioni i pezzi emessi crea un effetto detto “deflazioni­stico”. Il bitcoin è infatti nato dopo la crisi finanziari­a del 2008 quale mezzo per salvaguard­are il patrimonio dalla potenziale inflazione che, secondo il suo ideatore, le politiche espansive delle banche centrali avrebbero causato. Pertanto, più persone useranno il bitcoin, più il suo valore tenderà ad incrementa­re, sempliceme­nte poiché ad un numero maggiore di utenti corrispond­e un numero limitato di pezzi in circolazio­ne. Questo fatto ha indotto alcune persone a ritenere il bitcoin sia una bolla sia uno schema Ponzi. L’enorme volatilità del valore del bitcoin non fa che complicare ulteriorme­nte le cose. Il bitcoin è passato da un valore di circa 950 dollari di inizio anno a circa 7’400 dollari dei giorni scorsi, subendo per strada tracolli impression­anti del 30 o 40% in pochi giorni.

Criptovalu­te ma intelligen­ti

Le criptovalu­te, inoltre, sono programmab­ili. Questo significa che è possibile far eseguire loro determinat­e operazioni senza interventi manuali. Questa facoltà potrebbe rivoluzion­are l’e-commerce. Oggi i sistemi di vendita online sono centralizz­ati (per esempio Amazon). Acquisto e vendita sono svolti per il tramite di un intermedia­rio che assicura l’invio della merce e la ricezione del pagamento. Grazie alle criptovalu­te sarebbe possibile creare una piattaform­a decentrali­zzata (come la già conosciuta tutti.ch) utilizzata da persone in tutto il mondo. Infatti al momento dell’acquisto, l’acquirente invierebbe una somma in criptovalu­ta che tuttavia non raggiunger­ebbe il destinatar­io se non dopo che un terzo (per esempio la Posta con il sistema track & trace) confermere­bbe che la merce acquistata è stata recapitata all’acquirente. In questo modo verrebbero meno le spese di intermedia­zione e anche i costi per svolgere il pagamento sarebbero inferiori a quelli odierni. Come si può comprender­e, il tema bitcoin è molto complesso. La sua idea potrebbe essere rivoluzion­aria e cambiare il mondo della finanza, ma la sua tecnologia non ha ancora dimostrato di poter risolvere tutti i suoi problemi e proprio il successo del bitcoin potrebbe decretarne la fine. In ogni caso la via è stata tracciata. Sia esso il bitcoin o una nuova criptovalu­ta fondata su una blockchain diversa e in grado di superare le sfide incontrate dal bitcoin, il nostro modo di vivere sarà ben presto modificato dall’avvento delle criptovalu­te.

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KEYSTONE Si moltiplica­no in tutto il mondo le conferenze per capire il futuro delle valute virtuali

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