In Svizzera mancano regole specifiche
Nei giorni scorsi presso il Centro di studi bancari di Vezia si è tenuto un interessante seminario, ben frequentato dai professionisti della piazza finanziaria, proprio per approfondire il diritto svizzero applicabile al mondo delle criptovalute. «Le valute virtuali stanno conoscendo un interesse crescente sia tra gli investitori, sia tra gli operatori finanziari che non vogliono farsi cogliere impreparati dall’avvento della tecnologia ‘blockchain’ – ritenuta fondamentale per ridurre i costi di transazione, per esempio – alla base di tutte le criptovalute», ci spiega l’avvocato Paolo Bernasconi, promotore della giornata informativa svoltasi a Vezia all’inizio di questa settimana. Ma qual è il diritto applicabile in questo campo? «Per ora c’è il nulla giuridico, nel senso che il legislatore svizzero non ha ancora approvato norme specifiche per questo settore. Il Consiglio federale è molto prudente al proposito anche se più volte si è espresso a favore dell’innovazione tecnologica», spiega Bernasconi. La Finma, l’autorità di vigilanza per i mercati finanziari, è però intervenuta con circolari mettendo in guardia nei confronti di attività fraudolente e ha sanzionato società che spacciavano ‘pseudo-criptovalute’. «Ha fissato dei paletti per quanto riguarda la vigilanza accresciuta soprattutto nei confronti delle Ico (Initial coin offering), ovvero le offerte pubbliche di nuove criptovalute, che sono un modo alternativo di finanziamento delle start-up. Le truffe sono sempre possibili, anzi le statistiche dell’Europol mostrano un aumento delle estorsioni informatiche a danno di privati e aziende proprio utilizzando le criptovalute», ricorda Bernasconi il quale invita le autorità svizzere ad aggiornare le attuali norme.