Luci rosse, misure nero su bianco
Legge prostituzione: in sottocommissione la bozza di rapporto stilata da Galusero e Rückert Agustoni (Ppd): ‘Alcuni aspetti da chiarire’. I correlatori: ‘Buon compromesso, affineremo comunque il documento’.
Paiono in dirittura d’arrivo i lavori parlamentari sulla nuova legge volta a disciplinare l’esercizio della prostituzione e che una volta in vigore rimpiazzerà la normativa che dal 2002 regolamenta il mondo del sesso a pagamento in Ticino. Ieri mattina i deputati Amanda Rückert (Lega) e Giorgio Galusero (Plr) hanno presentato ai colleghi della sottocommissione della Legislazione la propria bozza di rapporto sul messaggio aggiuntivo, a quello del gennaio 2013, varato un paio di anni fa dal Consiglio di Stato. I due relatori accolgono alcune proposte governative, ne respingono altre e ne formulano di nuove. Ecco allora quanto prospetta il rapporto. Niente regime autorizzativo per chi intende prostituirsi, regime che potrebbe entrare in contrasto con la Legge federale sul mercato interno: la persona che vuole vendere il proprio corpo sarà semplicemente tenuta, come oggi, ad annunciarsi in polizia. Chi ambisce ad aprire o gestire un ‘locale erotico’, ovvero un postribolo, dovrà invece chiedere al Cantone l’autorizzazione. No alla ‘legalizzazione’ della figura dell’intermediario, cioè della persona fisica o giuridica che mette in contatto potenziali clienti e prostitute. Sì alla possibilità per le forze dell’ordine di eseguire controlli anche senza il mandato del magistrato inquirente. Galusero e Rückert introducono poi nella legge disposizioni per rafforzare la lotta alla tratta di esseri umani e la protezione delle vittime. Non è tutto. Viene anche regolamentata la questione degli appartamenti dove si pratica il meretricio: l’autorizzazione non servirà qualora a prostituirsi sia una sola persona (la stragrande maggioranza dei casi), proprietaria o inquilina; occorrerà quando a prostituirsi nell’appartamento sono due o più persone. Regole anche in materia di tassazione. «Abbiamo recepito integralmente la soluzione individuata dalla Divisione delle contribuzioni d’intensa con il Ministero pubblico e la Polizia cantonale per contenere al massimo il ‘nero’ in questo settore – sostiene, interpellato dalla ‘Regione’, Galusero, che è pure coordinatore della sottocommissione –. Le persone che si prostituiscono in un bordello dovranno versare un’imposta forfettaria di 25 franchi al giorno al gestore del locale, il quale sarà obbligato a versare entro il primo di ogni mese all’autorità fiscale gli importi giornalieri ricevuti. Al gerente inadempiente potrebbe essere revocata l’autorizzazione. L’imposta forfettaria di 25 franchi al giorno sarà applicata anche per chi si prostituisce in appartamento: 750 franchi mensili che dovrà versare direttamente al Fisco». Queste e altre le proposte contenute nel rapporto. «Riteniamo di aver raggiunto un buon compromesso fra le diverse sensibilità sul tema», dice Rückert. «Dopo la discussione di stamattina (ieri mattina, ndr) – riprende il correlatore Galusero – affineremo il rapporto, che illustreremo mercoledì prossimo al plenum della Legislazione. Il mio obiettivo quale coordinatore della sottocommissione è che il Gran Consiglio possa esprimersi sul dossier nella seduta di dicembre». Al momento non si sa se il Ppd redi-
gerà un rapporto (di minoranza). «Abbiamo anzitutto preso atto che alcune criticità da noi evidenziate sono state considerate dal rapporto – afferma il popolare democratico Maurizio Agustoni –. Vi sono tuttavia aspetti problematici ancora da chiarire, per esempio la proposta di affidare al gestore del postribolo l’incasso degli anticipi di imposta dovuti dalle prostitute. Vorremmo inoltre capire
meglio se il regime autorizzativo debba valere o meno anche per le persone che affittano più appartamenti, in uno o più stabili, per l’esercizio della prostituzione. Aspettiamo la versione definitiva del rapporto, dopodiché lo discuteremo in gruppo e decideremo come muoverci. Va comunque riconosciuto e apprezzato lo sforzo dei relatori per cercare di arrivare a un compromesso».