C’è un salario minimo
Il Consiglio di Stato propone al massimo 3’462 franchi. Iniziativisti e sindacati insoddisfatti
L’applicazione dell’iniziativa ‘Salviamo il lavoro in Ticino’ vede la luce. Il governo ora si aspetta la collaborazione del parlamento.
«Una soluzione equa, sostenibile e ponderata». Con questi termini il direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia (Dfe) Christian Vitta ha presentato ieri il messaggio approvato a maggioranza dal Consiglio di Stato sul salario minimo, non votato dal presidente Manuele Bertoli (assente all’infopoint), come riferito ieri dal vice Claudio Zali. La retribuzione sarà differenziata per settore economico e compresa tra 18,75 e 19,25 franchi all’ora. A beneficiarne saranno 9’525 lavoratori (3’399 residenti e 6’126 frontalieri) che non godono già di un Contratto collettivo (Ccl) e i datori di lavoro avranno tre anni di tempo per adeguarsi alle nuove misure, il cui impatto sarà valutato dal Consiglio di Stato fra quattro anni. La strategia del governo ha puntato un doppio obiettivo. In primo luogo rispettare la sentenza del Tribunale federale che, confermando il salario minimo in Canton Neuchâtel, ha ricordato come “per evitare che una misura di ‘politica sociale’ non si trasformi in una di ‘politica economica’ la cifra dovrà essere relativamente bassa’’. Al contempo, ha precisato Vitta, «la volontà di
essere aderenti» all’iniziativa ‘Salviamo il lavoro in Ticino’ approvata dal popolo nel 2015. Perciò il governo ha optato per una «differenza stretta» tra minimo e massimo, considerando anche l’impatto della misura sul mercato del lavoro. Si fa riferimento a una stima che vedrebbe, nella peggiore delle ipotesi, la perdita dell’1,19% di posti di lavoro. Il salario compreso tra 3’372 e 3’462 franchi lordi ora approderà in parlamento. «Auspico che in aula si possa affrontare questo tema trovando le giuste convergenze – ha continuato Vitta – perché vista la peculiarità della materia non abbiamo la certezza giuridica assoluta che il tutto si concluda bene, nonostante si sia tentato di minimizzare il rischio».