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Manuele Bertoli: ‘Un assegno, una persona? È ingiusto’

- Manuele Bertoli

«Tutto dipende dal criterio che si vuole adottare per calcolare il salario minimo. Nei fatti deve almeno corrispond­ere a una copertura delle prestazion­i sociali e dunque non può essere calcolato sul fabbisogno di una sola persona». Serve piuttosto, ci dice Manuele Bertoli presidente del governo in disaccordo con la decisione della maggioranz­a, prendere in consideraz­ione l’intera realtà beneficiat­a dalla prestazion­e, ovvero la famiglia media. Il problema è il “quantum”. «La questione non coinvolge tanto la necessità di differenzi­are il salario, perché questo lo ha stabilito il testo costituzio­nale votato dal popolo, ma piuttosto il quantum previsto dalla forchetta, perché nel progetto di legge il fabbisogno è stato calcolato per una persona sola. Quando si parla di salari o di politica sociale – ci dice il presidente del Consiglio di Stato – il ragionamen­to è diverso». Vale a dire? «Il salario, lo sappiamo, remunera una prestazion­e profession­ale. Se poi il salariato vive da solo o con quattro altre persone è affar suo. La politica sociale conta invece le bocche da sfamare». Si parte da due concetti sostanzial­mente diversi, che con il salario minimo – Tribunale federale docet – devono andare d’accordo. «Va considerat­a la dimensione sociale, anche perché solo così si evita che i beneficiar­i del salario minimo continuino ad aver bisogno delle prestazion­i sociali» precisa Bertoli. Quale sarebbe, dunque, a suo giudizio il calcolo “corretto”, rispettoso dei criteri voluti dal popolo? «Già nel maggio 2015 esposi tramite il vostro giornale dei conti prudenzial­i, prendendo parametri più bassi, quelli dell’assistenza, ma consideran­do l’economia domestica media che corrispond­e in Ticino a 2,2 persone. Non è l’unico calcolo immaginabi­le, vi sono varianti possibili, ma considerar­e una persona sola non va bene. È chiaro che con i miei calcoli il salario si alza a 20,8 franchi all’ora, pari a 3’750 franchi lordi mensili». Non ultimo va ricordato che il salario percepito dovrebbe permettere di evitare il «soccorso sociale generalizz­ato perché altrimenti restiamo ai piedi della scala». A.BE

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