laRegione

I nuovi jet dopano il budget

Fino a 8 miliardi per la protezione dello spazio aereo. E così dal 2021 l’esercito potrà spendere di più

- Di Stefano Guerra/Ats

Il Consiglio federale ha definito il quadro generale dell’acquisto dei velivoli e del nuovo sistema di difesa terra-aria. A febbraio deciderà se si andrà a votare.

Poco più di tre anni fa il 53,4% dei votanti rifiutò l’acquisto di 22 aerei da combattime­nto svedesi Gripen per 3,126 miliardi di franchi. Ora il Consiglio federale ne vuole spendere “al massimo 8”: una parte per i jet che dovrebbero sostituire entro il 2030 i 26 vetusti F-5 Tiger ancora in servizio e i 30 F/A-18 che potranno essere impiegati fino al 2030; il resto per finanziare un nuovo sistema di difesa terraaria che rimpiazzi quello attuale, giunto anch’esso a fine corsa (2025). Ma in questo scottante dossier saranno anche gli aspetti finanziari ‘collateral­i’ e quelli istituzion­ali a far discutere (cfr. sotto). Il governo intende infatti aumentare ogni anno il budget dell’esercito dell’1,4% dal 2021; e non ha ancora deciso se provocare o no una votazione popolare. «Non abbiamo parlato del numero di velivoli o di quali sistemi utilizzare, oggi il governo ha solamente fissato i termini entro i quali muoversi», ha specificat­o il consiglier­e federale Guy Parmelin ai giornalist­i a Berna. Il Dipartimen­to federale della difesa (Ddps) è stato incaricato di studiare, entro febbraio 2018, le varianti concrete di intervento. La situazione non è ideale, anzi è «spiacevole» poiché un po’ tutto sta giungendo «a scadenza» simultanea­mente, ha aggiunto il ‘ministro’ della difesa. Droni ed elicotteri da combattime­nto non sono sufficient­i a sostituire gli aerei e non è possibile prolungare ulteriorme­nte la vita degli F/A-18. Per tutte queste ragioni, il governo vede come necessario un investimen­to, che con 8 miliardi viene considerat­o «ragionevol­e». «Parliamo dell’avvenire delle Forze aeree e quindi né più né meno dell’avvenire dell’esercito», ha insistito Parmelin.

Non c’è solo la difesa aerea

Oltre ai mezzi delle Forze aeree, altri investimen­ti saranno necessari nel prossimo decennio: in particolar­e per rimpiazzar­e il sistema d’armamento delle truppe al suolo, ormai ai limiti delle sue capacità. In totale, serviranno fra i 15 e i 16 miliardi di franchi fra il 2023 e il 2032. Con l’attuale budget (5 miliardi l’anno), l’esercito può investire un miliardo nel programma d’armamento. Il governo (ed «è questo l’aspetto che ha guidato» la sua riflession­e, ha tenuto a precisare il capo del Ddps) vuole quindi aumentare la possibilit­à di spesa, in modo da garantire gli investimen­ti necessari. Il budget beneficerà di un tasso di crescita annua dell’1,4% circa. Le spese di funzioname­nto delle forze armate dovranno inoltre essere stabilizza­te, in modo da poter utilizzare per la crescita tutti i mezzi a disposizio­ne. L’acquisto dei Gripen era stato oggetto di votazione popolare (un referendum era stato lanciato allora contro il fondo per l’acquisto), mentre in questo caso non è ancora chiaro se i cittadini si esprimeran­no. Diverse le opzioni sul tavolo: una cosiddetta decisione programmat­ica (su un decreto di pianificaz­ione soggetto a referendum facoltativ­o che indichi obiettivi, legame fra aerei e mezzi di difesa terra-aria e il limite di spesa di 8 miliardi), una revisione della legge militare (anch’essa soggetta a referendum), la via ordinaria tramite il messaggio sull’esercito, oppure altro ancora. Il Consiglio federale le analizzerà tutte «in modo più approfondi­to», ha detto Parmelin. Nel corso del 2018 il Ddps chiederà delle offerte ai produttori Airbus (per l’Eurofighte­r), Boeing (F/A-18 Super Hornet), Dassault (Rafale), Lockheed-Martin (F35) e Saab (Gripen). Dopo un eventuale referendum (una votazione di principio dovrebbe tenersi «non prima della prima metà del 2020», ha indicato Parmelin), il governo stima che sarà in grado di fare la sua scelta sui velivoli presumibil­mente nel corso del 2020. «L’obiettivo resta lo stesso», ha indicato Parmelin: i primi aerei dovrebbero essere consegnati nel 2025. L’acquisto del sistema terra-aria si svolgerà parallelam­ente. Il governo vuole infine che i fornitori esteri compensino il 100% del valore di un contratto con incarichi affidati all’industria elvetica. Un registro mostrerà quali imprese svizzere avranno ricevuto mandati superiori ai 100mila franchi.

 ?? KEYSTONE ?? Parmelin
KEYSTONE Parmelin

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland