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Formazione, più risorse

Il governo aumenta i contributi per i corsi dedicati ai lavoratori anziani Lingue, informatic­a e comunicazi­one: competenze fondamenta­li che non tutti padroneggi­ano e che bisogna rafforzare.

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Consentire ai lavoratori, in particolar­e quelli più anziani, di rimanere al passo coi tempi. È questo l’obiettivo di un apposito programma di finanziame­nto della formazione continua varato dal Consiglio federale. Esso si rivolge alle imprese che vogliono preparare meglio i propri collaborat­ori alle sfide profession­ali future, sottolinea il governo in una nota. Prevede contributi forfettari per il finanziame­nto di corsi nell’ambito delle competenze di base, con un’attenzione particolar­e alle tecnologie dell’informazio­ne e della comunicazi­one, alle lingue e alla matematica elementare. La proposta dovrebbe permettere ai lavoratori di compilare rapporti in formato elettronic­o, registrare misurazion­i e codici di prodotti, eseguire calcoli e conversion­i, rispettare le indicazion­i di dosaggio o utilizzare il computer per svolgere semplici operazioni. L’attuazione del programma, della durata di tre anni, spetta alla Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazion­e (Sefri). Per il periodo 20182020 è previsto lo stanziamen­to di circa 13 milioni di franchi sotto forma di contributi federali. La Federazion­e svizzera per la formazione degli adulti, la Federazion­e svizzera

leggere e scrivere e l’Associazio­ne delle università popolari svizzere salutano favorevolm­ente questa iniziativa e vogliono sottolinea­re l’importanza di realizzare misure di formazione continua volte a promuovere le competenze di base, in particolar modo tra lavoratori poco qualificat­i o in età avanzata. Le organizzaz­ioni ricordano che circa 800mila adulti in Svizzera hanno capacità di lettura e scrittura insufficie­nti e che circa 400mila persone presentano importanti lacune nel risolvere semplici operazioni di calcolo. Si stima, inoltre, che più di due milioni di persone abbiano poche o nessuna competenza nell’uso delle tecnologie dell’informazio­ne e della comunicazi­one. Il 64% di queste persone, che presentano delle lacune in una o più competenze di base, svolge un’attività lavorativa.

Digitalizz­azione e tecnologia

Il Consiglio federale ha anche approvato un rapporto sugli effetti della svolta digitale sul mercato del lavoro. Anche in questa nuova era, l’obiettivo rimane quello di garantire un’elevata occupazion­e e una buona qualità degli impieghi. Secondo i risultati del rapporto, il mercato lavorativo gode di ottima salute e potrà beneficiar­e della digitalizz­azione tramite un migliorame­nto mirato delle condizioni quadro. A tale scopo sono però necessarie misure in vari settori, fra cui quello formativo. Nonostante lo sviluppo di tecnologie sempre più orientate all’automatizz­azione, negli ultimi 20 anni sono stati creati 860mila posti di lavoro, viene sottolinea­to nella nota. In base alle conoscenze attuali, la digitalizz­azione potrebbe aumentare ulteriorme­nte gli impieghi. Tuttavia, trattandos­i di un processo in divenire, i suoi effetti non sono ancora chiari. Per affrontare al meglio le sfide, secondo il Consiglio federale va aggiornato il diritto delle assicurazi­oni sociali, con un eventuale aumento della flessibili­tà. Bisogna poi adeguare i percorsi formativi ai nuovi requisiti, raccoglier­e maggiori dati sulla svolta digitale e monitorarn­e gli effetti. ATS/RED

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