L’ombra del caporalato sui cantieri Ffs: due blitz
L’ombra del caporalato si staglia sui cantieri ferroviari. Perciò il Ministero pubblico (procuratore Paolo Bordoli) ha avviato ieri una inchiesta contro una ditta operativa nel Moesano e con sede principale in Italia che ha messo a disposizione decine di operai alle imprese incaricate dalle Ffs di gestire i cantieri edili in corso a Bellinzona e Paradiso. Qui, sempre ieri, si è presentata la Polizia cantonale per verificare le condizioni d’impiego dei lavoratori in collaborazione con la Polizia grigionese, con l’Ispettorato cantonale del lavoro e con la Commissione paritetica cantonale. Sono state pure perquisite imprese edili, fiduciarie e agenzie interinali dov’è stata sequestrata documentazione inerente all’inchiesta. In particolare contrattualistica relativa agli operai messi a disposizione delle imprese da parte, come detto, della ditta italo-moesana. Sono state interrogate diverse persone. Le attività inquirenti sono proseguite anche durante la serata di ieri. Nel blitz sono stati controllati ben 119 operai attivi sui due cantieri e al momento in quest’ambito non sono state riscontrate irregolarità amministrative riguardo ai permessi di lavoro. Sotto la lente, come detto, sono finiti in particolare i livelli retributivi laddove il caporalato si manifesta taglieggiando le paghe a favore di chi procura un’occasione di lavoro.