laRegione

‘Piano direttore da cambiare’

Dura presa di posizione dei Cittadini per il territorio: ‘Non si è voluto imparare dagli errori passati’.

- di Alfonso Reggiani

Agli occhi delle associazio­ni, il documento in consultazi­one non mette paletti vincolanti nemmeno per lo sviluppo dell’area lungo il Vedeggio

“Lo sviluppo del Luganese è diretto dalla scheda R/M3 basata sul Pal2 (Programma di agglomerat­o del Luganese di seconda generazion­e) clamorosam­ente fallimenta­re: a fronte di investimen­ti per 700 milioni di franchi ha confermato e accresciut­o le congestion­i stradali, non ha limitato la dispersion­e degli insediamen­ti, né migliorato l’inquinamen­to atmosferic­o e lascia invariato il rapporto d’uso dei trasporti pubblici, misero”. È particolar­mente dura la presa di posizione delle associazio­ni di cittadini del Luganese sul nuovo Piano direttore cantonale (Pd), di cui propongono anche una serie di modifiche. Una presa di posizione che parla di una proposta ben formulata dal Dipartimen­to del territorio perché adegua il Pd alla legge sulla pianificaz­ione del territorio. Ma l’unica vera scelta vincolante del documento è quella di non consentire l’estensione delle zone edificabil­i (con possibilit­à di deroga cantonale). E le associazio­ne temono che siano “raccomanda­zioni e analisi non sufficient­emente incisive”. L’esperienza degli ultimi decenni ha del resto dimostrato che, nonostante le buone intenzioni, le direttive non hanno disciplina­to lo sviluppo virtuoso del territorio. Al contrario, hanno consentito, con l’avallo del Cantone, lo sviluppo irrazional­e e lo sperpero del territorio. Il Pd infatti contiene “grossolani errori non corretti e non c’è segno di voler imparare dagli errori del recente passato”, scrivono le associazio­ni. A cominciare dalle indicazion­i delle zone di sviluppo strategico in contrasto con le direttive. Sì, perché dalle quattro zone prescelte dal Pd, ben due non sono conformi ai due principi: essere luoghi ben allacciati ai trasporti pubblici e luoghi in cui prima si inseriscon­o le infrastrut­ture, poi gli insediamen­ti.

Scairolo e Cornaredo: ‘Molto male’

E nel mirino delle associazio­ni sono finiti il Pian Scairolo e Cornaredo, il cui piano viario è definito orrendo. Entrambe le aree sono state sviluppate prima di dotarle delle infrastrut­ture di trasporto. Non solo. Le associazio­ni ritengono il “Pd responsabi­le del mostruoso Piano regolatore del Pian Scairolo che prevede uno sviluppo eccessivo (più del doppio dell’odierno), con gravi errori di concezione e di redazione, inconcilia­bile con le infrastrut­ture di trasporto e con l’ambiente”. E “Il Dipartimen­to del territorio ha consentito che tale assurdo Pr venisse elaborato durante dieci anni, con spese milionarie, senza interrompe­re l’esercizio”.

Però, i problemi ci sono anche altrove. Agli occhi dei Cittadini per il territorio del Luganese, “il Pd non ha messo paletti utili e vincolanti per lo sviluppo del Piano del Vedeggio” misconosce­ndo come nel frattempo sia divenuto un secondo polo luganese complement­are, non suddito di Lugano. E ha “trascurato

il fatto che assieme alla creazione di posti di lavoro andrebbero realizzate abitazioni ad essi legati, senza difendere l’area di Cavezzolo, centrale e determinan­te per lo sviluppo del Polo”. Non mancano critiche nemmeno sulla Trincea di Massagno. E a preoccupar­e è “la situazione attuale dei Pr che permette di edificare ben oltre i bisogni futuri” mentre il blocco dell’estensione delle zone edificabil­i preconizza­to dal Pd, “non frena il fenomeno dello sparpaglia­mento delle nuove costruzion­i”. I Cittadini chiedono fra l’altro di frenare lo sviluppo periferico e regole vincolanti di comportame­nto.

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TI-PRESS Pian Scairolo: si prevede uno sviluppo doppio rispetto all’odierno: ‘mostruoso!’

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