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Belfast, la città dei muri

Da vent’anni l’Irlanda del Nord sta vivendo un periodo di relativa tranquilli­tà dopo decenni di violenze religiose tra protestant­i unionisti e cattolici repubblica­ni. I ricordi dei Troubles caratteriz­zano ancora oggi gli edifici dei quartieri di Belfast e

- Dall’inviato Sebastiano Storelli

Belfast – Il tempo lenisce anche le ferite più profonde. La Belfast che stasera ospiterà la Nazionale di Vladimir Petkovic non è più quella che nel 1998 accolse la squadra allora diretta da Gilbert Gress. La tensione, lo si percepisce, è minore, lungo le strade (anche del centro) non transitano più i blindati dell’esercito britannico con i soldati appostati sulle torrette, le dita sul grilletto delle mitragliat­rici. Ma dagli accordi del Venerdì Santo – siglati pochi giorni prima dell’amichevole del ’98 tra Irlanda del Nord e Svizzera – sono trascorsi appena 19 anni e le ferite, per quanto in via di guarigione, non sono ancora del tutto cicatrizza­te. «E nei prossimi mesi potrebbero pure riaprirsi – ci spiega Gerry, il taxista che ci porta a visitare la storia di quello che è stato (e in parte è ancora) l’ultimo conflitto armato dell’Europa occidental­e –. Gli accordi prevedevan­o l’istituzion­e di un governo comune, con cattolici e protestant­i a condivider­e il potere. Ma l’intesa non è mai stata buona e dallo scorso gennaio l’Irlanda del Nord si ritrova senza governo. Poche settimane fa è intervenut­o l’esecutivo britannico, affermando che se una soluzione politica non verrà trovata, l’Ulster tornerà sotto il diretto controllo di Londra. Una soluzione che in pochi auspicano. Certo, le teste calde non mancano, su un fronte e sull’altro, gente che amerebbe tornare ad imbracciar­e le armi, ma la maggior parte della popolazion­e vuole evitare una situazione che finirebbe con l’esacerbare ancora la tensione, con la possibilit­à di compiere pericolosi passi a ritroso in un processo di normalizza­zione che avanza, per quanto a fatica». Che tra protestant­i unionisti e cattolici repubblica­ni la tensione permanga alta lo dimostrano gli ultimi scontri, avvenuti soltanto due anni fa a margine di una delle tradiziona­li marce orangiste che commemoran­o, in particolar­e quella del 12 luglio, la vittoria del re protestant­e Guglielmo III d’Orange contro il re cattolico Giacomo II nel 1691. Negli ultimi due anni non vi sono stati scontri significat­ivi da segnalare, ma Belfast rimane comunque

una città divisa in due. O in 50, quanti sono i muri che separano le due comunità, spesso divise, nelle varie enclave, da una semplice strada di quartiere. Il muro più imponente è quello che corre lungo Shankill Road, di fatto il luogo nel quale il 15 agosto 1969 presero avvio gli scontri che, al culmine di decenni di crescente tensione, misero a ferro e fuoco la città, costringen­do l’esercito britannico a mandare truppe sull’isola e dando di fatto il via a una vera e propria guerra civile conosciuta con il nome di

Troubles, guerra che causò la morte di oltre 3’000 persone, in gran parte civili. Il muro di Shankill è lungo 4 km e alto, nella sua sezione più imponente, 14 metri... «Washington e Londra auspicano che entro il 2023 la maggior parte delle separazion­i possa essere abbattuta, ma è pura illusione. Né Stati Uniti, né Gran Bretagna potranno decidere sul futuro dei muri, l’ultima parola spetta alle due comunità, le quali devono raggiunger­e un accordo di convivenza prima di pensare ad abbattere ciò che oggi materialme­nte

le separa. Una recente inchiesta demoscopic­a condotta dall’università di Belfast ha rivelato che il 69% della popolazion­e è favorevole al mantenimen­to dei muri. Non, come nel caso dei “murales” inneggiant­i ai vari gruppi armati e ai martiri dei Troubles, perché parte della storia delle due comunità, ma per un semplice motivo di sicurezza. Quando il muro di Shankill fu costruito le autorità avevano garantito che non sarebbe stato un secondo muro di Berlino, non sarebbe durato più di un anno. E invece, ancora nel 2017 la popolazion­e lo percepisce come una garanzia di sicurezza». Proprio come i cancelli che alle 18 di ogni giorno (e durante i weekend) continuano a chiudere le loro porte, isolando di fatto i quartieri cattolici da quelli protestant­i. Gli accordi del Venerdì Santo hanno lasciato un’indelebile traccia di normalizza­zione che anno dopo anno contribuis­ce ad annacquare le tensioni. Ma nella città dei muri la diffidenza continua ad essere una brutta bestia e alimenta un fuoco che arde sotto la cenere...

 ??  ?? Il 15 agosto del ’69 presero avvio gli scontri che misero a ferro e fuoco la città, dando il via di fatto alla guerra civile
Il 15 agosto del ’69 presero avvio gli scontri che misero a ferro e fuoco la città, dando il via di fatto alla guerra civile
 ??  ?? Il muro di Shankill è lungo 4 km e nel punto più alto misura 14 metri
Il muro di Shankill è lungo 4 km e nel punto più alto misura 14 metri
 ??  ?? Bobby Sands fu il 1° attivista dell’Ira a morire in carcere per sciopero della fame
Bobby Sands fu il 1° attivista dell’Ira a morire in carcere per sciopero della fame
 ??  ?? I cancelli si chiudono sempre alle 18
I cancelli si chiudono sempre alle 18

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