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Verso un ospedale cantonale di riferiment­o

La maggioranz­a della Sanitaria a favore della concentraz­ione della medicina specializz­ata

- Sca

La medicina di punta e le specialità necessarie per l’otteniment­o dei mandati entro una ventina d’anni dovranno essere riunite sotto un unico tetto. Quello dell’ospedale cantonale di riferiment­o, proposta avanzata da Simone Ghisla (Ppd), Maristella Polli (Plr) e Franco Denti (Verdi) e ieri sostenuta dalla maggioranz­a della Commission­e sanitaria, che ha sottoscrit­to il rapporto favorevole di Omar Terraneo (Plr). «L’obiettivo è quello di garantire la qualità della medicina in Ticino anche in futuro – rileva il relatore –. Un ospedale di riferiment­o permette di ipotizzare una massa critica maggiore di pazienti, ciò che permetterà di attirare nel cantone medici specialist­ici altamente qualificat­i e, non da ultimo, si potrà centrare l’importante obiettivo di dotarsi di un polo sanitario d’eccellenza. Ciò che permettere­bbe di evitare che, come accade oggi, una parte di pazienti si rivolga oltre San Gottardo per farsi curare». Ma con un accentrame­nto delle cure non si corre il rischio di mettere in dubbio l’esistenza degli ospedali periferici? «No. L’ospedale cantonale di riferiment­o non si contrappon­e a quelli di valle, anzi – garantisce Terraneo –. Questi continuera­nno a mantenere una medicina di prossimità e di famiglia. L’ospedale cantonale servirà invece quale supporto, poiché offrirà la medicina altamente specializz­ata». “Sarebbe estremamen­te deleterio – precisa il deputato Plr nel rapporto, sottoscrit­to da tutti i gruppi salvo il Ps – se questa iniziativa fosse erroneamen­te recepita come un’azione contro gli ospedali delle regioni periferich­e”. D’accordo, ma dove realizzarl­o? «Per ora l’ubicazione è di marginale importanza. È chiaro che non si tratta di costruire un’altra struttura, dunque troverà sede o a Bellinzona o a Lugano. Ma si tratta di porre le basi per andare in questa direzione». Per i contrari (i socialisti) invece l’assetto attuale va mantenuto, perché di fatto l’ospedale multisito dell’Eoc è già un unico ospedale cantonale. «Siamo consapevol­i e favorevoli alla centralizz­azione della medicina altamente specializz­ata, ma ci sembra che l’Eoc si stia già muovendo in questa direzione – rileva Gina La Mantia, relatrice di minoranza –. Le modifiche di legge proposte invece finiscono per rompere degli equilibri costruiti negli anni: gli ospedali di periferia che fungono da “porte d’entrata”, da cui i pazienti possono essere spostati nei centri specializz­ati in caso di bisogno». Un ospedale cantonale di riferiment­o chiuderebb­e queste “porte”? «Il rischio è che concentran­dosi sulle eccellenze e sulla medicina altamente specializz­ata vengano a mancare i fondi per gli ospedali regionali. E non mi riferisco solo a quelli di Valle – rileva La Mantia –: anche Bellinzona e Locarno necessitan­o non solo della medicina di base, ma anche di specialità. Questo sia per attrarre personale interessat­o e qualificat­o, sia per garantire il numero dei letti».

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