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La Svizzera esce così così dall’esame Onu

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Razzismo e intolleran­za sono i temi su cui la Svizzera deve lavorare di più per migliorare la situazione nel campo dei diritti umani. È questa l'opinione espressa ieri dagli Stati membri dell’Onu a Ginevra nell’ambito del terzo Esame periodico universale del Consiglio dei diritti umani (Epu). Molti Paesi membri dell’Onu hanno accolto positivame­nte il progetto per una legge che stabilisca un’istituzion­e nazionale per i diritti umani, una delle principali richieste fatte cinque anni fa. I temi che più preoccupan­o sono invece il razzismo, la xenofobia e l’intolleran­za. Il Venezuela ha in particolar­e puntato il dito contro “l’estrema destra” e certi media, e ha domandato l’adozione di un piano nazionale e una revisione del Codice penale per contrastar­e questi fenomeni. Gli Stati Uniti, dal canto loro, hanno chiesto una revisione della legge sull’asilo per evitare di trattenere troppo a lungo i richiedent­i, oltre che maggiori risorse per le carceri. Come altri, hanno domandato sforzi contro la discrimina­zione nei confronti dei migranti. Diversi Stati hanno poi deplorato il fatto che la Svizzera non faccia ancora parte della Convenzion­e contro la violenza sulle donne. Questa misura è però in corso d’attuazione, ha spiegato la responsabi­le della delegazion­e elvetica Pascale Baeriswyl, segretaria di Stato agli affari esteri. Altre richieste hanno riguardato i settori dei lavoratori migranti, della parità salariale, della lotta alla discrimina­zione nei confronti della comunità Lgbt o degli intersessu­ali e della responsabi­lizzazione delle multinazio­nali. Il Consiglio federale considera il livello dei diritti umani in Svizzera «buono», ha dichiarato la Baeriswyl. Tuttavia, «nessun Paese può fermarsi ed essere compiaciut­o della situazione», poiché si tratta di un tema che necessita di un impegno costante. La Confederaz­ione, ha ricordato, ha comunque messo in opera molte raccomanda­zioni dell’Onu, aderendo anche a diverse convenzion­i internazio­nali. Le raccomanda­zioni fatte ieri verranno inserite in un rapporto atteso per martedì prossimo. La Svizzera si esprimerà nei mesi a venire, rendendo noto quali intende accogliere e quali no. ATS

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