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L’allarme lanciato nel giugno 2016

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La Regione Moesa in un comunicato diffuso il 24 giugno 2016 evidenziav­a il problema delle società fittizie e rivolgeva ai Comuni un chiaro invito: “Il responsabi­le della Polizia giudiziari­a, i capiposto della Gendarmeri­a di Roveredo e Mesocco, i capi sezione dei reati economico-finanziari della Polizia cantonale ticinese e grigionese e il capo del Registro di commercio retico Arno Lombardini hanno mostrato il preoccupan­te fenomeno in corso da tempo alle nostre latitudini dovuto alle numerose società fantasma presenti sul territorio. In particolar­e, sono stati spiegati rischi, problemati­che e conseguenz­e per la nostra regione lanciando un appello ai Comuni: il vostro aiuto è fondamenta­le! Pertanto la polizia li invita a effettuare accertamen­ti preliminar­i sulle società, analizzare nel dettaglio le richieste per i permessi di stranieri, monitorare le operazioni immobiliar­i, controllar­e regolarmen­te che gli stranieri con un permesso vivano e lavorino affettivam­ente nel territorio e infine informare gli uffici preposti in merito a constatazi­oni sospette. Sindaci e i granconsig­lieri, condividen­do le preoccupaz­ioni della polizia, hanno preso atto di quanto esposto e assicurato già sin d’ora la loro collaboraz­ione sensibiliz­zando le amministra­zioni comunali e la popolazion­e”. Qualcosa si è mosso e il tema è tutt’oggi molto sentito.

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