Così salviamo l’alta valle
Centovalli, una zona di pianificazione temporanea per ‘frenare’ la Lex Weber
Una modifica ‘di Piano regolatore (durata 5 anni) permetterà di rilanciare edilizia e turismo, settori vitali per l’economia locale
Le zone che si spopolano non possono avere un futuro. Il fenomeno è ben noto anche nelle periferiche vallate del Locarnese, come le alte Centovalli, aree proprio per questa ragione sempre più oggetto di studi di sviluppo territoriale volti a favorire, se non un vero e proprio processo di ritorno della gente, almeno il mantenimento di ciò che, in termini demografici, resta. Un duro colpo a quelle che sono le modalità di abitare e usare queste realtà lo ha inferto, secondo il Municipio centovallino (ma non solo), l’adozione, da parte del popolo svizzero, della Lex Weber, che combatte l’eccessiva crescita delle abitazioni secondarie. A peggiorare il tutto, sempre secondo l’autorità, è poi giunta l’approvazione della nuova legislazione della pianificazione territoriale. Di fatto ciò ha comportato il blocco di un settore trainante per l’economia delle valli: quello dell’edilizia. In questo quadro normativo, l’esecutivo centovallino ha dunque deciso di adottare una zona di pianificazione temporanea (durata 5 anni); in pratica una sorta di “eccezione alla regola” (comunque consentita dalla legge) che incentivi la ristrutturazione, nell’area che va da Corcapolo (compreso) al confine, di rustici posti in zona edificabile quali abitazioni secondarie con “letti caldi” (sfruttati, cioè, a scopo turistico). «In caso contrario, infatti, questi stabili – osserva il sindaco Ottavio Guerra – finirebbero abbandonati perché nessuno investirebbe
denaro per ristrutturarli. Tanto vale, quindi concedere la possibilità di trasformarli in abitazioni secondarie da “far vivere”. L’investitore potrà così beneficiare di un prezioso ritorno finanziario, dal momento che già dovrà accollarsi le spese (interessi, ammortamenti, assicurazioni). Non da ultimo, anche a livello di immagine, il fatto di vedere ovunque case abbandonate e chiuse non giova certo alla promozione del territorio”. Oltre ai progetti di recupero residenziale promossi, in futuro, dai privati, molte speranze sono riposte anche su due importanti iniziative. La prima è il rinnovo degli impianti via fune (con il credito di oltre 11 milioni approvato di recente dal parlamento), un atout rimarchevole – accanto alla ferrovia della Centovallina – per abitanti della regione e turisti. Il secondo, come noto, è quello del Parco nazionale del Locarnese, nel quale l’autorità municipale crede fermamente proprio per la sua caratteristica di conservare e perpetuare il patrimonio naturale, paesaggistico e storico andando oltre quella che è una visione di semplice tutela. Tutti “pezzi di un puzzle che, se messi assieme, permetteranno di ottenere i risultati sperati”.