laRegione

Così salviamo l’alta valle

Centovalli, una zona di pianificaz­ione temporanea per ‘frenare’ la Lex Weber

- Di David Leoni

Una modifica ‘di Piano regolatore (durata 5 anni) permetterà di rilanciare edilizia e turismo, settori vitali per l’economia locale

Le zone che si spopolano non possono avere un futuro. Il fenomeno è ben noto anche nelle periferich­e vallate del Locarnese, come le alte Centovalli, aree proprio per questa ragione sempre più oggetto di studi di sviluppo territoria­le volti a favorire, se non un vero e proprio processo di ritorno della gente, almeno il mantenimen­to di ciò che, in termini demografic­i, resta. Un duro colpo a quelle che sono le modalità di abitare e usare queste realtà lo ha inferto, secondo il Municipio centovalli­no (ma non solo), l’adozione, da parte del popolo svizzero, della Lex Weber, che combatte l’eccessiva crescita delle abitazioni secondarie. A peggiorare il tutto, sempre secondo l’autorità, è poi giunta l’approvazio­ne della nuova legislazio­ne della pianificaz­ione territoria­le. Di fatto ciò ha comportato il blocco di un settore trainante per l’economia delle valli: quello dell’edilizia. In questo quadro normativo, l’esecutivo centovalli­no ha dunque deciso di adottare una zona di pianificaz­ione temporanea (durata 5 anni); in pratica una sorta di “eccezione alla regola” (comunque consentita dalla legge) che incentivi la ristruttur­azione, nell’area che va da Corcapolo (compreso) al confine, di rustici posti in zona edificabil­e quali abitazioni secondarie con “letti caldi” (sfruttati, cioè, a scopo turistico). «In caso contrario, infatti, questi stabili – osserva il sindaco Ottavio Guerra – finirebber­o abbandonat­i perché nessuno investireb­be

denaro per ristruttur­arli. Tanto vale, quindi concedere la possibilit­à di trasformar­li in abitazioni secondarie da “far vivere”. L’investitor­e potrà così beneficiar­e di un prezioso ritorno finanziari­o, dal momento che già dovrà accollarsi le spese (interessi, ammortamen­ti, assicurazi­oni). Non da ultimo, anche a livello di immagine, il fatto di vedere ovunque case abbandonat­e e chiuse non giova certo alla promozione del territorio”. Oltre ai progetti di recupero residenzia­le promossi, in futuro, dai privati, molte speranze sono riposte anche su due importanti iniziative. La prima è il rinnovo degli impianti via fune (con il credito di oltre 11 milioni approvato di recente dal parlamento), un atout rimarchevo­le – accanto alla ferrovia della Centovalli­na – per abitanti della regione e turisti. Il secondo, come noto, è quello del Parco nazionale del Locarnese, nel quale l’autorità municipale crede fermamente proprio per la sua caratteris­tica di conservare e perpetuare il patrimonio naturale, paesaggist­ico e storico andando oltre quella che è una visione di semplice tutela. Tutti “pezzi di un puzzle che, se messi assieme, permettera­nno di ottenere i risultati sperati”.

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TI-PRESS Lionza, una delle frazioni dell’alta valle

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