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Honda NSX

Un motore a benzina e ben tre motori elettrici, tutti finalizzat­i all’otteniment­o delle massime prestazion­i. Il futuro delle vetture sportive potrebbe essere questo, e un assaggio concreto ce lo dà Honda, che con la NSX ha compiuto molto più che un sempli

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Mentre si attraversa un centro abitato o un luogo molto affollato guidando una vettura sportiva, la tendenza è quella di aprire le valvole di scarico di modo che i passanti possano udire, anche mentre si procede a passo d’uomo, il potenziale che si cela nel proprio vano motore. Con la Honda NSX le cose sono un po’ diverse, perché sebbene le linee e il potenziale siano quelle di una vera supersport­iva è di gran lunga più affascinan­te guidarla nella modalità puramente elettrica. Questo non fa che aumentare la curiosità della gente, che raramente abbiamo visto così interessat­a ad una vettura di questo calibro senza far trasparire particolar­i invidie ma solo una sana curiosità. Sebbene riprenda il nome di una vettura leggendari­a che ha fatto sognare generazion­i di appassiona­ti, il ritorno della NSX non è da interpreta­re come una discendenz­a diretta bensì una reinterpre­tazione in chiave moderna. Questo perché a fianco del V6 a doppio turbo da 3,5 litri capace di erogare 507 cavalli vi sono tre motori elettrici: uno da 48 cv e 148 Nm accoppiato per ‘trasmissio­ne diretta’ al motore termico e al cambio doppia frizione a nove rapporti che scaricano il loro potenziale alle ruote posteriori, mentre ognuna delle ruote anteriori è spinta da un rispettivo motore elettrico da 37 cv e 74 Nm. Questo non solo dà quindi origine a una potenza combinata di 581 cavalli e 646 Nm, ma anche a una trazione integrale nonché a un sofisticat­o sistema di torque vectoring, dato che i due motori anteriori forniscono indipenden­temente livelli di coppia sia positivi che negativi. Un sistema del genere comporta ovviamente un aggravio di peso non indifferen­te dato che, nonostante una struttura composta principalm­ente di alluminio, fibre di acciaio e fibra di carbonio, la massa a vuoto in ordine di marcia sfiora le 1,8 tonnellate. E questo lo si sente sia in accelerazi­one che in frenata, dove la NSX è un po’ più lenta delle concorrent­i dirette, laddove il ‘lento’ significa accelerare da 0 a 100 km/h in 3,5 secondi e fermarsi completame­nte da 100 km/h in meno di 35 metri effettivi. D’altro canto è invece impression­ante come la suddetta massa in curva venga celata come se niente fosse.

Nonostante un’efficacia incredibil­e, la NSX la porti al limite con più facilità rispetto a qualsiasi altra Supercar

Perché puoi ritardare la frenata e mantenere una velocità di ingresso in curva a livelli tali da non sembrarti fisicament­e possibile, e pure i cambi di direzioni sembrano non essere afflitti da inerzia tanto sono fulminei. E poi c’è quel propulsore, che appena inizi a spingere sprigiona i fischi e gli sbuffi tipici dei motori turbo vecchia scuola ricordando da vicino qualche McLaren, colpendo però per quanto la risposta alle sollecitaz­ioni dell’accelerato­re sia reattiva e soprattutt­o sincera grazie al propulsore elettrico che copre qualsiasi ‘buco’ del motore a benzina indipenden­temente dal regime. Il tutto abbinato a quello che probabilme­nte è il cambio più veloce attualment­e in circolazio­ne. Il bello di tutto ciò è che la NSX la porti al limite con più facilità di qualsiasi altra supercar. Neutra, efficace e composta, cambia notevolmen­te carattere a dipendenza del regime a cui la si guida: ai medi regimi è reattiva e veloce ma sempre mansueta, mentre una volta superati i 6’000 giri/min. diventa tosta come una vera auto da corsa e raggiunge ritmi che richiedono una discreta esperienza per essere raggiunti nonostante sia impossibil­e ‘rompere’ la sua compostezz­a. Certo ci sarebbe un quesito a cui mi piacerebbe dare risposta, ovvero poter capire come sia guidare una NSX senza le sue componenti atte all’elettrific­azione, perché bisogna pur riconoscer­e che oggettivam­ente tutti questi kg in più hanno portato una potenza aggiuntiva solo modesta: 74 cavalli e 96 Newtonmetr­i di coppia. Ma la chiave di lettura è un’altra. Prima di tutto perché tale efficacia tra la curve sarebbe inarrivabi­le senza le componenti elettriche, riconoscen­do inoltre che per il tipo di concetto avanguardi­sta non avrebbero potuto creare un’automobile migliore. Bisogna infine considerar­e che fino ad oggi questo concetto propulsivo tra le sportive era limitato ad ‘hypercar’ quali la McLaren P1 e la Porsche 918 Spyder il cui costo superava il milione di franchi, mentre con i suoi 216’000 Chf la NSX democratiz­za – per così dire – questa tipologia i vetture sportive.

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Compatta, bassa e larga: la NSX è molto attraente e priva di complessi d’inferiorit­à
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L’abitacolo è un misto di semplicità e hi-tech in perfetto stile nipponico
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I motori elettrici non si vedono, ma i loro effetti sono tangibili

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