laRegione

Un passo verso la Russia

Con un rigore di Rodriguez la Svizzera vince a Belfast. Domenica si replica a Basilea, Mondiali più vicini.

- dall’inviato Sebastiano Storelli

Belfast – Chi ben comincia è a metà dell’opera. E la Svizzera, forse, la metà l’ha già superata. Perché l’essere andata a vincere a Belfast le permette di affrontare con relativa serenità il confronto decisivo di domenica a Basilea. Negli ultimi quattro anni dal Windsor Park soltanto Germania e Croazia erano uscite vittoriose e questo la dice lunga sulla rilevanza della vittoria rossocroci­ata, anche se per ottenerla ha dovuto ricorrere a un calcio di rigore abilmente trasformat­o da Rodriguez dopo un’ora di gioco. Non che le occasioni siano mancate, agli elvetici. Purtroppo, quello della finalizzaz­ione permane un problema irrisolto e al momento irrisolvib­ile. Nel complesso, la Svizzera ha trascorso una serata forse più tranquilla del previsto, anche se nel finale ha dovuto soffrire e stringere i denti per contenere il forcing dei padroni di casa, galvanizza­ti dai troppi falli concessi dagli elvetici, falli che permetteva­no ai britannici di optare per la soluzione a loro più congeniale, quella del lancio lungo in area a cercare la deviazione aerea (di fatto mai arrivata, anche per le ottime scelte di tempo di Sommer in uscita). Ieri sera l’importante era vincere e la vittoria è arrivata. Ma la prestazion­e della squadra di Petkovic non sempre è stata all’altezza della situazione. E non lo è stata soprattutt­o in alcuni singoli, apparsi ancora sottotono e mai al-

l’altezza della loro fama (Xhaka e Shaqiri su tutti). Rispetto alla sconfitta in Portogallo, però, tutti si sono per lo meno adattati a ciò che il contesto richiedeva, vale a dire grande determinaz­ione e presenza fisica. Il Mondiale, ovviamente, non è ancora stato conquistat­o e sarebbe un imperdonab­ile errore di presunzion­e supporre che il ritorno di Basilea altro non sia che una pura formalità. L’Irlanda del Nord, è vero, ha mostrato ben

poco sotto l’aspetto del gioco, se non la voglia di buttare il pallone in avanti e rincorrerl­o con tutta la foga possibile. Ma dopo il gol di Rodriguez (rigore concesso per un fallo di mano dubbio di Corry Evans), la Svizzera ha di fatto perso il controllo del gioco e questo dovrebbe essere un campanello d’allarme in vista di un ritorno nel quale i britannici non avranno più nulla da perdere. È altresì vero che dopo un primo tempo dominato dal profilo territoria­le (ma con un approccio fatto di errori, imprecisio­ni e un giallo a Schär che sembrava tanto un arancione scuro), la Svizzera sarebbe dovuta andare alla pausa in vantaggio di un paio di gol, alla luce delle occasioni di Dzemaili, Xhaka e Seferovic, tutte degne di miglior fine. Purtroppo, la porta continuiam­o a vederla poco, tant’è che McGovern, il portiere irlandese, si è dovuto esibire in una sola parata degna di nota, quella resasi necessaria per una bella deviazione di Seferovic con la punta del piede (12’). Davvero troppo poco, anche se a contare ieri non era la forma bensì la sostanza. E quella, a ben guardare, c’è stata e permette alla Nazionale elvetica di vedere all’orizzonte il quarto Mondiale consecutiv­o. Che certo non vorrà smarrire nella bolgia di un St. Jakob chiamato domenica a rispondere per le rime al grande pubblico del Windsor Park...

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KEYSTONE Letale dal dischetto. Anche se non era rigore...

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