Travolte da un’auto ‘in missione’
Parigi – Tre studentesse travolte da un’auto e tale Abdellah B., alla guida dell’auto, che dice di averlo fatto apposta. B. che si è detto in missione. A quasi due anni dal massacro del Bataclan la Francia ha vissuto ieri un uovo pomeriggio di paura. A Blagnac, vicino a Tolosa, poco prima delle 16, una Renault Clio è finita su un gruppo di giovani che uscivano da un istituto frequentato da studenti stranieri, ferendo tre ragazze, una francese e due cinesi, una delle quali gravemente. L’uomo alla guida della Clio si è poi lasciato ammanettare e portare via senza opporre resistenza. Secondo una fonte citata da diversi media francesi, all’agente che lo ha arrestato ha detto di essere “in missione” e di aver udito “voci che ordinavano di fare del male a qualcuno”. Più tardi, il procuratore di Tolosa – escludendo l’atto terroristico e parlando di “pista psichiatrica” – ha aggiunto che Abdellah ha parlato di un’azione “maturata da circa un mese”. Il giovane aveva precedenti per una decina di condanne, soprattutto per traffico di stupefacenti, ma non risulta schedato a rischio radicalizzazione, la cosiddetta “fiche S”. Di recente era stato condannato alla libertà vigilata con obbligo di cure, un percorso che stava seguendo. Va da sé che ai media non è sfuggita l’origine del nome dell’uomo, né il suo dirsi “in missione”. Niente che porti al terrorismo, hanno ripetuto polizia e magistratura. Ma avvicinandosi il 13 novembre, la sensibilità sul rischio di essere colpiti da atti terroristici si fa acuta, in Francia. Ha un bel dire il presidente Macron che la guerra contro l’Isis è quasi vinta; molto più cautamente, il procuratore antiterrorismo François Molins ha riconosciuto che sulla strage al Bataclan “restano molte zone d’ombra”.