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Polemica sulle firme, Mps querela ‘Opinione liberale’

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Scambio di cortesie a distanza fra Movimento per il socialismo (Mps), Plr e alcuni ‘veterani’ del Ps. Tema del contendere la raccolta firme per il doppio referendum di Mps e Lega/Udc contro il Regolament­o comunale che fissa i salari dei municipali ritenuti troppo alti. La bega sfocerà in una querela penale, per reati contro l’onore, dell’Mps nei confronti del settimanal­e del Plr ‘Opinione liberale’ e forse (valutazion­i sono in corso) anche di Claudio Buletti (già municipale socialista di Giubiasco) e Giampiero Storelli (già municipale Pst di Bellinzona). Motivo, la voce diffusa da questi ultimi il 28 ottobre via Facebook secondo cui l’Mps avrebbe ingaggiato raccoglito­ri di firme retribuend­oli 80 centesimi (una miseria) per ciascuna sottoscriz­ione. Voce poi ripresa una settimana fa da ‘Opinione liberale’ che ieri ha rincarato la dose senza fare marcia indietro, come aveva chiesto di fare il coordinato­re dell’Mps Giuseppe Sergi preannunci­ando, in caso contrario, querele. L’organo del Plr ha anzi scritto di non ritenere di aver diffuso notizie lesive dell’onorabilit­à di Sergi, Pronzini o Mps. La retribuzio­ne, va precisato, non è illegale, ma l’Mps assicura di non avervi mai fatto capo: “Non fa parte della nostra cultura, né, riteniamo, di una vera cultura politica democratic­a e di sinistra”, scrive Sergi sul portale dell’Mps. A ribadirlo, interpella­to dalla ‘Regione’, è il collega Matteo Pronzini, tirato in ballo su Facebook da Buletti, il quale ha riferito di un raccoglito­re che gli avrebbe spiegato di essere stato ingaggiato dal granconsig­liere dietro un compenso, appunto, di 80 centesimi a firma. Pronzini smentisce «categorica­mente. Chi scrive che abbiamo pagato, sarà denunciato». Mentre Sergi invita a portare le prove di quanto scritto. Un’ulteriore puntata giunge dal portale Gas.social citando la testimonia­nza di due membri di Gioventù socialista entrati in contatto – si legge – con due ragazzi che raccogliev­ano firme per il referendum Mps affermando di venir pagati con un forfait “di 10-20 franchi ogni tanto”. Dal canto suo Sergi contrattac­ca: “È noto – scrive – che l’Unione sindacale svizzera (capeggiata dal consiglier­e agli Stati Pss Rechsteine­r) ricorra a questo strumento; lo stesso fa il sindacato Vpod (pure capeggiato da esponenti Pss) a livello nazionale e cantonale. Pare (il condiziona­le e d’obbligo) che vi abbiano ricorso anche alcune sezioni cantonali del Ps. Quel che è certo, invece, è che in occasione di diversi referendum e iniziative nazionali, il Pss abbia potuto contare sul contributo fondamenta­le alla riuscita di referendum e iniziative (social-sindacali) provenient­e da raccoglito­ri pagati dai sindacati. Lo stesso possiamo affermare a livello cantonale, dove la Vpod, diretta dal deputato Ps Raoul Ghisletta, da tempo non disdegna tale pratica”.

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