laRegione

Ora il Ppd si interroga

Caso Argo 1 ed effetti, i presidenti distrettua­li: aspettiamo delle risposte

- Di Aldo Bertagni e Andrea Manna

Fiorenzo Dadò, un presidente cantonale sempre più solo

Gli ‘azzurri’ sono in attesa di un chiariment­o che permetta di ritrovare fiducia ed energia in vista anche delle elezioni

Disorienta­ti, ma anche consapevol­i di essere il primo (o l’ultimo, dipende dalla prospettiv­a) baluardo del partito, proprio perché posti a metà strada tra il vertice e la base. Sono i presidenti distrettua­li del Ppd, oggi confrontat­i con una realtà interna non proprio facile da gestire vista la crisi di credibilit­à che sta coinvolgen­do il presidente cantonale e il consiglier­e di Stato con i retroscena della vicenda ‘Argo 1’. «La base ha bisogno di risposte, che però in questo momento non vengono date – afferma il presidente del distretto di Mendrisio Marco Rizza –. Cosa che genera disorienta­mento. Perché in assenza di queste risposte non si capisce dove si voglia andare, che cosa si intenda fare. Che cosa intendano fare consiglier­e di Stato e presidente cantonale, anche se per me, sino a quando non emergerann­o responsabi­lità gravi a loro carico, devono andare avanti. Ma, ripeto, mancano delle risposte ai quesiti sollevati dalla base». Per Attilio Cometta, alla guida del distretto di Riviera, «la situazione è imbarazzan­te per il partito, è inutile negarlo. Il momento è difficile e la pressione è forte». Le inchieste – quelle della magistratu­ra, del perito designato dal governo e ora del parlamento – sono «ancora aperte e fino a quando non verrà messa la parola fine agli accertamen­ti sul caso Argo 1 si continuerà a discutere e a interpreta­re». Secondo Cometta «è comunque auspicabil­e che in tempi ragionevol­mente brevi, prima della conclusion­e delle varie indagini, il partito rifletta su come muoversi». A livello di direttiva cantonale «noi parteciper­emo con gli altri distretti a questa riflession­e e alla definizion­e dei prossimi passi, affinché si possa affrontare nel migliore dei modi la campagna elettorale in vista delle cantonali e delle federali del 2019». «È palesement­e una situazione difficile e il nostro ruolo è quello di far passare i nostri valori per far sì che prosegua il lavoro quotidiano», ci dice Simone Ghisla, presidente distrettua­le di Blenio e deputato in Gran Consiglio. «Quanto sta capitando al vertice del partito – aggiunge – non deve compromett­ere i nostri ideali. Se si costruisce un credo politico sulla base dei valori portati avanti dal Ppd, ebbene tutto questo non può venir meno per vicende legate comunque a dei singoli». A maggior ragione in tempi di iperperson­alizzazion­e della politica, o no? «Sono molto d’accordo. Così come è vero che senza un media di riferiment­o è praticamen­te impossibil­e veicolare altre informazio­ni, non dico opposte a quelle oggi trasmesse ma che magari mettano meno in difficoltà il partito». Che la situazione sia complessa e difficile, in casa ‘azzurra’, è lì da vedere. Non si può far finta di niente «e infatti ne discuterem­o fra pochi giorni, il 22 novembre, durante la nostra assemblea distrettua­le», indica Stefano Imelli, presidente della Leventina. «In un momento di difficoltà bisogna avere la forza di prenderne atto. In questi casi – aggiunge – il partito deve essere in grado di riflettere e valutare se sia o meno il caso di cambiare qualcosa». Manca un anno e mezzo alle elezioni cantonali, appuntamen­to importante anche per il Ppd, qual è il suo sentimento? «Io resto ottimista, ma con una buona dose di realismo» risponde Imelli. Che è come dire: non possiamo arrivare a quell’appuntamen­to facendo finta che non sia capitato nulla. E c’è chi attende la fine della vicenda. «Cosa posso dirvi? Se ne parla, ma si ha l’impression­e che se ne straparli. Nelle sezioni – dichiara Giovanni Bonetti, presidente del distretto di Locarno – c’è un clima di piena fiducia in chi deve fare il proprio lavoro: la magistratu­ra, il perito esterno e la commission­e parlamenta­re». E c’è molta attesa in particolar­e per il rapporto del perito, «anche perché sarà il primo; tirate le somme ognuno farà le proprie riflession­i. Ora è prematuro», annota Bonetti. Osserva Daniele Intraina, presidente del distretto di Lugano: «Credo che i vertici del partito cantonale debbano nel più breve tempo possibile dire che cosa vogliono fare da grandi. Il partito deve ricomincia­re quanto prima a fare politica coinvolgen­do la sua base e su temi che interessan­o popolazion­e e Comuni. Questa necessità di coinvolgim­ento è stata manifestat­a ben prima del caso Argo 1».

 ??  ??
 ?? TI-PRESS ?? La base ne parla. E aspetta
TI-PRESS La base ne parla. E aspetta

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland