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In detenzione preventiva per tre mesi la presunta terrorista colombiana

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È stata posta in detenzione preventiva la 23enne colombiana arrestata in Svizzera nel corso dell'operazione coordinata franco-elvetica contro il terrorismo islamico avvenuta il 7 novembre. Lo ha annunciato ieri il Ministero pubblico della Confederaz­ione (Mpc). Il giudice dei provvedime­nti coercitivi ha accolto la richiesta di detenzione per tre mesi, ha detto all’Ats una portavoce della Procura federale. L’Mpc non ha fornito invece indicazion­i riguardo al 27enne svizzero arrestato in Francia nel corso della medesima operazione, in cui sono finite in manette in tutto 10 persone tra i 18 e i 65 anni, nove in Francia e una in Svizzera. Stando a ‘Le Matin Dimanche’ di domenica scorsa, il giovane, un ex cattolico di origini croato-bosniache convertito­si all’islam e poi radicalizz­atosi, che si faceva chiamare Abdel al-Bosni, è il compagno della 23enne colombiana. Egli avrebbe lasciato di primo mattino per la Francia il domicilio comune a St-Aubin-Sauges, nel cantone di Neuchâtel, nel quale ha poi fatto irruzione la polizia che ha arrestato la sudamerica­na, mentre la ragazza si trovava con i due figli di 6 mesi e tre anni. Sempre secondo notizie di stampa che non hanno finora trovato conferma ufficiale il 27enne, cresciuto a Yverdon e a Losanna, è finito nel mirino degli inquirenti nel giugno 2016 e l’inchiesta è stata successiva­mente estesa alla compagna colombiana. Il ministro dell’Interno francese, Gérard Collomb, ne ha parlato come di un “sedicente imam”.

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