Medicina di punta, la sfida ticinese fra pubblico e privato
‘Medicina di punta in Ticino?’. È la domanda alla quale cercherà di rispondere la ‘Piattaforma annuale’ sul sistema sanitario creata due anni fa per favorire il confronto fra i principali attori del settore sanitario ticinese. L’appuntamento di quest’anno – promosso come per le precedenti edizioni da Eoc, Usi e Fondazione Epatocentro Ticino – è per martedì 28 novembre a Lugano (Auditorium dell’Usi) con inizio alle 17.30. La questione, di estrema attualità, girerà attorno a una domanda: come collaborare fra pubblico e privato, in sinergia con la nuova Facoltà di scienze biomediche, per evitare che il Ticino venga relegato ai margini della mappa dell’eccellenza sanitaria elvetica? Detta altrimenti, i ticinesi sono condannati a vedere nel treno per Zurigo la miglior soluzione di alta qualità sanitaria? Sarà confronto fra professori dell’Usi e della Supsi, oltre che fra medici direttamente coinvolti. Il seminario verrà aperto da Paolo Beltraminelli, consigliere di Stato e direttore del Dss. «Si tratta di lavorare con tutti – ci dice Paolo Sanvido, presidente dell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) – per trovare intese e collaborazioni che portino profitti al Ticino. Poi, va da sé, per costruir qualcosa bisogna essere in due. Non va poi dimenticato che in questo Paese anche le ruggini personali giocano un ruolo. Ma non possiamo restare attaccati al passato». Anche perché sulle alte specializzazioni le scelte si fanno altrove. «Certo. Peraltro per la medicina altamente specializzata siamo costretti a fare i conti con la pianificazione federale e se non ci mettiamo d’accordo in Ticino perdiamo tutti» aggiunge il presidente dell’Eoc. In compenso non stiamo perdendo il treno per Zurigo, lo stesso considerato a lungo dai ticinesi come il “miglior medico”... «Il numero di pazienti ticinesi che si fa operare in una struttura della Svizzera interna – risponde Sanvido – è stabile da anni attorno al 5-6 per cento». Già oggi, per gli interventi più complessi, l’Eoc collabora con gli ospedali universitari. Mandate i ticinesi oltre Gottardo? «No davvero. La collaborazione in questione ci permette di far capo a un supporto specialistico universitario senza spostare il paziente dal Ticino».