Oltre 10mila franchi a testa
Quest’anno l’aumento sarà del 4,1 per cento. L’incremento più forte nel settore ambulatoriale. Le previsioni indicano soltanto un lieve calo nei prossimi anni.
Continua – e non è certo una sorpresa – l’impennata dei costi della salute in Svizzera: l’aumento quest’anno sarà del 4,1%. È quanto emerge dal rapporto presentato ieri dal Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo (Kof). La questione fa discutere anche in Parlamento. Sempre ieri, la Commissione della sanità del Consiglio degli Stati ha deciso – prima di suggerire nuove soluzioni – di attendere la prossima primavera, quando il Consiglio federale sceglierà quali misure adottare fra le 38 proposte nelle scorse settimane da un apposito gruppo d’esperti (cfr. articolo a lato). Nel 2018 per ogni abitante saranno spesi in media 10’176 franchi per la salute e l’anno successivo addirittura 10’484, per un totale di 90,8 miliardi, contro 77,7 nel 2015, ha indicato Marko Köthenbürger, responsabile dello studio, in una conferenza stampa a Berna. A determinare questa situazione sono fattori economici e demografici. Lo scorso anno la quota di anziani è infatti continuata ad aumentare, spingendo verso l’alto anche le spese per la salute. Secondo gli autori dello studio, i risparmi attuati nel quadro della verifica dei prezzi dei farmaci – circa 240 milioni di franchi nei prossimi tre anni – non basteranno a frenare l’impennata, che si farà sentire soprattutto nel settore ambulatoriale, e meno in quello ospedaliero. Per gli anni futuri si prevede una schiarita sul fronte economico, con conseguente aumento degli stipendi. Secondo il Kof, le misure prese dal Consiglio federale relative alle tariffe dei costi ambulatoriali dovrebbero comportare economie per 700 milioni dal 2018. L’incremento dei costi della salute dovrebbe quindi rallentare un po’ (3,9% nel 2018, 4% nel 2019). Felix Schneuwly, esperto di casse malattia di comparis.ch – portale che finanzia le previsioni del Kof – chiede un maggiore intervento da parte dei Cantoni, che oggi finanziano solo il settore stazionario nella misura del 55%. A suo avviso po-
trebbero coprire anche il 25% dei costi ambulatoriali, in forte crescita, contro il 75% versato dalle casse malati. Secondo Schneuwly, molti Cantoni spingono medici e ospedali ad operare nel settore ambulatoriale, ma si rifiutano di assumersene i costi. Ciò porta ad un aumento dei premi di cassa malattia. Secondo l’esperto, dovrebbero essere concessi maggiori sconti agli assicurati che si orientano verso modelli speciali come il medico di famiglia, la consultazione telefonica preliminare o lo studio medico collettivo.
Commissione prende tempo
La Commissione sanità degli Stati però prende tempo. Ieri ha deciso di non anticipare l’analisi della situazione né la definizione delle priorità, si legge in una nota dei servizi del Parlamento. Respinte pertanto (9 voti a 4) due mozioni di Erich Ettlin (Ppd/Ow): una chiede di fissare una serie di misure per limitare i costi; l’altra vuole introdurre un obbligo di rimborso per le cure di cui si è usufruito all’estero, purché vi sia una prescrizione medica (cfr. ‘laRegione’, 11.11.2017). Con 7 voti a 0 e 6 astensioni, la commissione ha pure deciso di non dar seguito a un’iniziativa parlamentare della sua omologa del Nazionale che vuole obbligare i partner tariffali a istituire un’organizzazione competente per l’elaborazione, lo sviluppo e l’adeguamento dei prezzi. Con 9 voti a 0 e 4 opposizioni non ha infine dato seguito a un’iniziativa che vuole spingere i fornitori di prestazioni e gli assicuratori a prevedere nelle convenzioni tariffali delle misure per contenere i costi.