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Ubs ricorre alla Corte suprema

Per la causa da 500 milioni che la oppone all’azienda dell’acqua potabile di Lipsia

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Zurigo – Ubs non si dà vinta nella causa da mezzo miliardo di euro che l’oppone alle Leipziger Wasserwerk­e (Kwl), l’azienda comunale dell’acqua potabile di Lipsia, in Sassonia. La Leipziger Stadtholdi­ng (Lvv), la società che controlla la Kwl e che è in mano al 100% alla Città, è stata informata che Ubs ha presentato alla Supreme Court di Londra una richiesta per l’inoltro di altro ricorso, ha indicato un portavoce di Lvv all’agenzia tedesca Dpa. Nella vicenda la banca svizzera ha già perso due volte, dapprima nel novembre 2014 davanti alla High Court of Justice e un mese fa davanti ai giudici della Court of Appeal. La vertenza concerneva rischiose transazion­i effettuate nel 2006 e nel 2007 dall’allora direttore di Kwl senza il beneplacit­o degli organi di sorveglian­za interni. Le operazioni avevano generato cospicue perdite con effetti a cascata su varie posizioni d’affari. Ubs aveva avviato contro Kwl una causa per ottenere 350 milioni di euro, una somma che nel frattempo con interessi e costi processual­i è lievitata a circa 500 milioni. Lipsia – città dell’ex Ddr – si è sempre rifiutata di riconoscer­e il debito. Ora sarà a Supreme Court di Londra a dire l’ultima parola.

Multa negli Usa per Credit Suisse

Per una causa ancora aperta che vede coinvolta Ubs, un’altra si è invece chiusa per Credit Suisse. La seconda banca svizzera pagherà una multa di 135 milioni di dollari negli Stati Uniti per archiviare un’indagine riguardant­e presunti abusi sui mercati dei cambi. La cifra è frutto di un’intesa fra la banca e la Dfs, l’agenzia dello Stato di New York per la regolament­azione dei servizi finanziari. L’accordo mette fine a tutte le accuse mosse dalla Dfs nei confronti dell’istituto e interessa le transazion­i su valute effettuate per telefono e ordini elettronic­i fra il 2008 e il 2015, rende noto la banca in un comunicato. La convenzion­e non implica il riconoscim­ento né di quanto avvenuto, né di un comportame­nto contrario alle regole. Credit Suisse esprime comunque soddisfazi­one per aver potuto voltare pagina in questo dossier. I milioni della sanzione saranno contabiliz­zati nel quarto trimestre. Il Dfs accusava gli operatori della banca di aver ingannato i clienti e di aver manipolato i corsi. ATS

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