Un contratto per iniziare
Le parti sociali hanno firmato una nuova convenzione collettiva di lavoro per ora applicabile solo a 2mila dei circa 20mila addetti del settore
«Il dialogo sociale è l’unica strada per mantenere condizioni salariali e di lavoro adeguate all’economia ticinese». Così
Luca Albertoni, direttore della Camera di commercio del Cantone Ticino alla conferenza di presentazione del nuovo Contratto collettivo di lavoro (Ccl) per gli impiegati di commercio. Ancora più schiette le parole di Franco
Cavadini, presidente onorario di Ticino Moda e della Commissione paritetica degli impiegati di commercio e d’ufficio. «In questo particolare momento storico il Ccl è uno strumento fondamentale per garantire la sicurezza delle regole e il rispetto delle leggi. Non è certo la politica che deve dire all’economia cosa fare, ma sono i partner sociali (padronato e sindacato, ndr) a trovare punti d’incontro per risolvere le questioni aperte tra le parti», ha affermato Cavadini. E un passo avanti il nuovo Ccl per gli impiegati di commercio sicuramente lo fa stabilendo per la prima volta dei salari minimi vincolanti (tredici mensilità, ndr) per le 31 aziende di Ticino Moda e i loro circa 2mila impiegati oltre a una scala salariale con tre livelli retributivi diversi per mansioni e responsabilità:
3’330 franchi mensili per l’impiegato generico; 3’600 franchi per l’impiegato operativo; 4’100 franchi per l’impiegato responsabile. Un modo per tenere conto oltre che della formazione di base anche delle competenze maturate indipendentemente dalla provenienza geografica degli impiegati. «Invito però a non focalizzare l’attenzione solo sui livelli salariali che sono da intendere come salari d’entrata e non come se tutti gli impiegati percepissero le somme minime previste dal Ccl», ricorda ancora Luca Albertoni. Dal punto di vista sindacale l’intesa raggiunta nei mesi scorsi e in vigore dal prossimo 1° gennaio è un punto di partenza per eventualmente estendere ad altri settori il modello di contratto collettivo. «In Ticino sono in vigore 15 contratti normali di lavoro, ovvero decisi dal Consiglio di Stato su proposta della Commissione tripartita in materia di libera circolazione delle persone. Almeno sette di questi riguardano direttamente o indirettamente il settore impiegatizio. Si potrebbe partire da questo Ccl per coprire una fetta più ampia di lavoratori», spiega
Renato Ricciardi, segretario del sindacato Ocst. Il numero totale degli impiegati di commercio attivi in Ticino è di circa 20mila. Il potenziale è quindi elevato.
L’auspicio è quello di estenderlo
Il contratto firmato da Sic (Società impiegati di commercio), Ocst e Camera di commercio prevede comunque una clausola per adattare il Ccl ad altri settori. «Chi vuole aderire alla comunità contrattuale è libero di farlo. Anzi, auspichiamo che altre associazioni professionali lo facciano», afferma invece Franco Cavadini. «Siamo in un momento in cui la Commissione tripartita invita le parti alla concertazione e quindi ad aderire al Ccl», precisa il direttore della Sic Nicola
Giambonini. «Ogni accordo – ricorda invece Claudio
Moro, presidente della Sic – è un risultato provvisorio e come tale più sempre essere migliorato. L’invito al dialogo sociale è quindi sempre attuale ed esteso a tutti i settori professionali».