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Accordo di principio sull’insegnamen­to religioso

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«Non abbiamo bisogno di alcun conflitto su questo tema» aveva detto, ad aprile, il direttore del Dipartimen­to educazione, cultura e sport (Decs) Manuele Bertoli a proposito del delicato tema dell’educazione religiosa nella scuola media. E il conflitto, forse, è evitato o perlomeno siamo sulla buona strada: il Decs ha infatti trovato un “accordo di principio” con le Chiese riconosciu­te (cattolica e protestant­e) che sarà presentato settimana prossima durante una conferenza stampa. Le ipotesi in campo, lo ricordiamo, sono sostanzial­mente due e dividono le forze politiche che siedono in Gran Consiglio: il cosiddetto “doppio binario” presentato dal liberale radicale Matteo Quadranti, con i due insegnamen­ti, quello confession­ale facoltativ­o e quello non confession­ale di storia delle religioni obbligator­io, entrambi a disposizio­ne degli allievi; il modello “misto”, con la necessità per l’allievo di scegliere tra insegnamen­to confession­ale e non confession­ale. Quest’ultimo è sostenuto da Ppd e Lega dei Ticinesi. Una terza opzione – caldeggiat­a da Bertoli in caso non si trovasse un accordo – è il mantenimen­to della situazione attuale, con l’insegnamen­to confession­ale facoltativ­o (e sempre meno scelto: appena un allievo su quattro). Il modello misto, stando a quanto letto e sentito sin qui, è quello che più convince le autorità religiose cattoliche per quanto resti aperta una porta negoziale. Più complicata, invece, la questione relativa alla formazione dei formatori, vale a dire alla figura e al ruolo del futuro insegnante di storia delle religioni. Ed è proprio su quest’ultimo capitolo che si sono riscontrat­e le maggiori divergenze fra la Curia luganese e il Decs. Gli schieramen­ti politici su due modelli sono trasversal­i e più o meno delineati, così come è quasi scontato il conflitto fra le parti; prima nel parlamento e poi nel Paese. Da qui la richiesta – raccolta – di Manuele Bertoli che ha invitato tutti gli attori coinvolti a “raffreddar­e” il clima per permettere una possibile intesa. Un compromess­o. E l’obiettivo, a quanto pare, sarebbe stato raggiunto con un “accordo di principio” che orienterà il dibattito. Magari evitando una nuova “guerra di religione”.

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