laRegione

La rete salvavita dei volontari

Primo intervento contro l’arresto cardiaco: 1’800 casi in dieci anni di attività Epins

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La principale causa di morte per gli adulti, anche in Ticino, da parecchi anni è rappresent­ata dalle malattie cardiocirc­olatorie, con oltre il 40 per cento; in seconda posizione i tumori con il 25 per cento. La fascia d’età più a rischio è quella degli ultrasetta­ntenni (41,8 per cento dei decessi). La media elvetica, dove ogni anno muoiono di infarto oltre 2mila persone, è di 29 abitanti su 100mila. Quella ticinese è leggerment­e più bassa. Questi i numeri che come sempre non dicono tutto. Non raccontano, ad esempio, il grande e importante impegno degli ‘Enti di primo intervento non sanitari’ (Epins), ovvero la rete creata dalla Fondazione Ticino Cuore e gestita da Ticino Soccorso 144. Ebbene, in dieci anni (dal 2006 al 2016) la presa a carico del paziente grazie al pronto intervento di un non profession­ista ha aumento la sopravvive­nza dei colpiti da infarto dal 16 al 57 per cento, raggiungen­do così una percentual­e che si situa tra le più alte al mondo, a livello regionale. Ce n’è da essere fieri e, soprattutt­o, ringraziar­e la Polizia cantonale, le Polizie comunali, quella dei trasporti, la Polizia cantonale grigionese, quella militare e quella di Campione d’Italia, così come le Guardie di confine e i corpi pompieri, tutti riuniti nella rete ‘First Responder’. Agenti e militi che negli ultimi dieci anni hanno effettuato ben 1’800 interventi per evitare l’arresto cardiaco a persone colpite, come sempre, all’improvviso o in situazioni prive di supporto sanitario. L’intervento immediato dei soccorrito­ri volontari – come si ricorda in una nota della Polizia cantonale – ha contribuit­o in modo significat­ivo all’aumento della sopravvive­nza della persona colta da arresto cardiaco grazie all’inizio immediato della rianimazio­ne anche tramite l’uso dell defibrilla­tore. Una presenza quotidiana e diffusa quella degli ‘Enti di primo intervento non sanitari’ che negli anni ha saputo potenziare anche la propria capacità d’azione e di coordiname­nto, con la consapevol­ezza che quando si rende necessario agire, occorre farlo con tempestivi­tà, lucidità e padronanza dei mezzi, nonché delle conoscenze acquisite. Perché un conto è la teoria, altra cosa la buona pratica che permette di salvare una vita.

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