Mai più banconote fuori corso
Ma la proposta del Consiglio federale non fa l’unanimità e c’è chi teme il riciclaggio
Berna – Non piace a tutti la soppressione del termine di cambio delle banconote di vecchie serie proposta dal Consiglio federale e messa in consultazione a metà agosto. C’è chi evoca il rischio di un “valore rifugio” per le attività illegali e chi mette in guardia dalle conseguenze per Fondssuisse, il fondo che assicura i danni non coperti in caso di catastrofi naturali che non riceverebbe più dalla Bns il controvalore delle banconote fuori corso non restituite. Attualmente, una volta conclusa l’emissione di una nuova serie di banconote, la Banca nazionale svizzera (Bns) può ritirare quelle della serie precedente, la cui validità come mezzo di pagamento legale cessa, ma che possono essere cambiate presso la Bns nel corso dei 20 anni successivi. Il governo propone che in futuro le banconote emesse a partire dal 1976 (tra cui i noti ‘Borromini’ da cento e il ‘formicone’ da mille), così come le serie successive, possano essere cambiate senza limiti di tempo per evitare che le persone si ritrovino con carta moneta senza alcun valore. Una visione condivisa da Plr, Udc e Verdi liberali, ma anche dall’Unione sindacale svizzera e dall’Unione svizzera delle arti e mestieri. Per il Ps e per Transparency International si giustifica invece un mantenimento del termine di cambio nel contesto della lotta contro la frode fiscale, il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo. Oltre il 60% del valore delle banconote in circolazione è rappresentato da quelle da mille franchi, rilevano citando le stime ufficiali. Ora, a livello internazionale, la tendenza è di sopprimere i grossi biglietti di banca, come quello da 500 euro o addirittura quello, in discussione, da 100 dollari. Sarebbe dunque inutile rafforzare ancor più l’attrattiva dei ‘bigliettoni’ svizzeri. Il progetto governativo avrebbe conseguenze anche per Fondssuisse. Fino alla quinta serie – quella del ‘San Martino’ da 100, senza valore dall’anno 2000 – l’importo corrispondente alle banconote non cambiate è stato versato dalla Bns a questo fondo di soccorso per danni causati dalla natura e non assicurabili. Con la revisione verrebbe a mancare questa cospicua fonte di finanziamento (tra gli 0,5 e un miliardo di franchi nel 2020). Il capitale di Fondssuisse ammontava a fine 2016 a 269 milioni di franchi e dal 2000 al 2016 ha erogato annualmente circa 3,6 milioni di franchi. ATS/RED