Mugabe tratta l’uscita di scena
Harare – Pur con i militari sulla porta di casa, Robert Mugabe non intende lasciare il potere che ormai non ha più. Ieri, il presidente despota più longevo al mondo (93 anni, da 37 al potere), ha “accolto” nella propria residenza il generale che lo ha di fatto deposto, il capo delle forze armate Constantino Chiwenga. All’incontro ha partecipato anche una delegazione del Sudafrica, che si è assunta la mediazione tra Mugabe e i golpisti, e padre Fidelis Mukonori, un prete cattolico, a sua volta nelle vesti di mediatore. Chiwenga, in mimetica, si è lasciato fotografare addirittura sorridente assieme ad un altrettanto sorridente Mugabe, a conferma che i militari vogliono confermare la natura incruenta del colpo di Stato, se non altro per evitare un possibile intervento dei Paesi vicini. E se i tempi non sembrano quelli di un colpo di Stato lampo – come avevano lasciato presupporre i blindati nelle strade della capitale e l’occupazione della tv di Stato – il presidente sudafricano Jacob Zuma in mattinata ha comunque previsto che “molto presto” la situazione politica in Zimbabwe “diventerà chiara”. In serata tuttavia erano ancora in corso i negoziati sull’uscita di scena dell’ex simbolo dell’indipendenza della Rhodesia dai britannici, divenuto un despota e infine, sembra, plagiato dalla moglie Grace (41 anni più giovane), al punto da volerla insediare al proprio posto. Della sua sorte non si sa ancora nulla di certo: dapprima data per fuggita in Namibia da fonti dell’opposizione, in giornata era segnalata nella residenza dei Mugabe. Fonti rilanciate dalla Bbc hanno riferito che il presidente deposto sta rifiutando di dimettersi prima delle elezioni già fissate per l’anno prossimo. Ed esponenti del suo partito, lo Zanu-Pf, hanno evocato la possibilità che Mugabe salvi la faccia restando al suo posto fino a un congresso previsto a dicembre e destinato ad incoronare il rivale di Grace nella corsa alla successione: l’ex vicepresidente ed ex alleato Emmerson Mnangagwa.