laRegione

‘Vogliamo garanzie di operativit­à almeno fino al 2050’

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Governo e Municipio hanno dunque ‘scaricato’ le Officine? Interpella­ti dalla ‘Regione’, presidente e sindaco respingono l’accusa. Che è quella di non richiamare le Ffs al rispetto delle garanzie sui volumi di lavoro date sottoscriv­endo la Convenzion­e del 2013 sul Centro di competenze. «Il Consiglio di Stato – replica il presidente Manuele Bertoli – è intervenut­o più volte, quando abbiamo incontrato i vertici delle Ferrovie, per dire loro che c’erano dei problemi riguardo al rispetto della convenzion­e. Ci è stato risposto che la lettura delle cifre diverge fra Ffs e Commission­e del personale». Oltre a intervenir­e puntualmen­te sulle Ffs, «neppure noi disponiamo di un mezzo di pressione» giuridico per indurle a rispettare la convenzion­e: «È comunque chiaro che quanto si lavora oggi alle Officine, e quanto si lavorerà in futuro, è strettamen­te legato alla realizzazi­one di un nuovo stabilimen­to e a quanto accadrà fino ad allora». Le stesse Ferrovie, rammenta Bertoli, «chiedono un intervento più diretto della politica. La quale non sta solo a guardare e a certificar­e, ma ha anche qualcosa da dire e lo sta dimostrand­o». Il sindaco Mario Branda non usa perifrasi: «Hanno ragione gli operai quando affermano che le Ffs non stanno rispettand­o la convenzion­e del 2013. Incontrand­o le Ferrovie, il Municipio lo ha ribadito più volte, non potendo peraltro fare nulla dal profilo giuridico». Comunque, aggiunge, lo stabilimen­to «non appartiene né alla Città né al Cantone, ma alla Confederaz­ione. Detto questo, come Municipio riteniamo che sia importante guardare al futuro per dare una prospettiv­a alle Officine che non si fermi al 2021 o 25 ma vada fino al 2040 e 50. È quella la vera scommessa sulla quale tutti dobbiamo impegnarci. Ottenere uno stabilimen­to industrial­e importante in Ticino, possibilme­nte nel Bellinzone­se, con garanzie di operativit­à nel prossimo trentennio». Le trattative in corso da svariati mesi con le Ffs «sono orientate a dare uno sbocco a questa visione». Dal canto loro, però, le maestranze notano che al tavolo della discussion­e non si siedono i vertici delle Ferrovie, bensì taluni funzionari, e che nei piani delle Ffs la soluzione più razionale sarebbe la chiusura. «Siamo assolutame­nte contrari a questa valutazion­e fatta dalle Ffs, e l’abbiamo più volte ribadito. Insieme al fatto che non vi siano licenziame­nti». MA.MO.

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Bertoli e Andreas Meyer, ceo di Ffs

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