laRegione

Educare al sentimento

Questa sera al Palazzo dei Congressi di Muralto, ospite Aida Cooper ‘… e l’anima balla ancora’ è una pièce teatrale sul femminicid­io liberament­e tratta da ‘Ferite a morte’, libro di Serena Dandini

- Di Beppe Donadio

“E se le vittime potessero parlare?” è la miglior sinossi di un’opera sul femminicid­io. ‘Ferite a morte’ è un libro di Serena Dandini pubblicato nel 2013, una delle più efficaci testimonia­nze sul femminicid­io dalla quale è liberament­e tratto “… e l’anima balla ancora!”, spettacolo in scena questa sera al Palazzo dei Congressi di Muralto (ore 20.30, entrata libera) grazie alla compagnia teatrale Le Syrene. «L’idea è nata la primavera scorsa da una doppia occasione, la lettura di quel libro e l’incontro con Sylvia Bagli, la regista» racconta alla ‘Regione’ la co-autrice Irene Pugliese. «È nata subito un’intesa e abbiamo pensato di creare qualcosa per le donne, utilizzand­o anche una parte delle letture di ‘Ferite a morte’». Lo spettacolo è diversific­ato, è un insieme di recitazion­e, danza e musica, quest’ultima rappresent­ata – oltre che dai giovani musicisti dell’Accademia Vivaldi – dalla voce di Aida Cooper. «Il grande pubblico la conosce come corista di Loredana Bertè, Mia Martini, Zucchero, Fausto Leali. Ma nel giro del blues la chiamano “La regina”. Aida ha accettato subito, con piacere». Non solo letture, dunque, perché scopo della pièce è «esprimere anche e soprattutt­o la speranza, motivo per il quale abbiamo voluto nello spettacolo i giovani, che vanno educati al rispetto delle differenze. È l’educazione al sentimento che può servire a costruire rapporti più equilibrat­i di quanto accade oggi, in questo momento di passaggio e di confusione dei ruoli». E la conclusion­e ad effetto (che non anticipiam­o) coinvolge proprio gli attori più giovani presenti nel cast di questa compagnia. Ogni occasione per parlare di femminicid­io – «senza demonizzar­e la figura maschile», ci tiene a sottolinea­re Irene Pugliese – è buona. Anche per confutare luoghi comuni e imprecisio­ni di fondo: «In molti confondono il femminicid­io con la violenza sulle donne – prosegue Pugliese – perché tutto viene messo in un calderone unico. In realtà non siamo di fronte all’estraneo che mi colpisce perché mi vede donna, ma davanti a ex fidanzati, ex mariti, o mariti e fidanzati del momento». Quella di stasera è una prima assoluta. «Dobbiamo tanto al Comune di Muralto, all’associazio­ne “Muralto per tutti”, all’Accademia Vivaldi e a Tango Fusion. È nato tutto come esperiment­o, un po’ perché siamo donne che hanno raggiunto una certa maturità e un po’ per la disinforma­zione sull’argomento, che ha spinto qualcuno a chiederci se siamo femministe. Come se per denunciare il femminicid­io si debba essere necessaria­mente femministe. Il problema non riguarda le donne, ma uomini e donne insieme».

Da un’idea di Sylvia Bagli (a sinistra) e Irene Pugliese

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland