Croce Rossa apre alla speranza
Inaugurato a Cadro il primo centro di proprietà per richiedenti l’asilo: 180 posti, tra minori e famiglie
L’associazione umanitaria, che ha ricevuto mandato di gestione dal Cantone, adotta un nuovo criterio di integrazione: un percorso individualizzato obbligatorio finalizzato all’autonomia
Primi ospiti, prime testimonianze di storie sofferte. «Sono arrivato in Svizzera da un anno, io sono al centro di Paradiso ma oggi sono qui per partecipare alla festa» – dice Mamid, 16 anni, eritreo. «Ho attraversato il Mediterraneo, come tanti miei amici, era inverno. I miei genitori? Sono rimasti in Africa». Monica invece, sui trenta, è del Montenegro e attende da quattro anni il permesso di stare in Svizzera. Si chiama Ulivo, in segno di pace con un albero piantato all’ingresso dello stabile costruito a nuovo, dove ieri sono state fatte volare in cielo tredici colombe ed è stato tagliato il nastro. Parliamo del primo centro per richiedenti l’asilo di proprietà della Croce Rossa Svizzera, sezione del Sottoceneri, situato in via alla Stampa che il 21 aprile 2015 ha ottenuto dal Cantone – «in piena emergenza emigrati», ha detto il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità Paolo Beltraminelli – la gestione della struttura: 180 posti, per famiglie e minorenni non accompagnati, è la capienza massima che sarà raggiunta a breve. Il centro, struttura moderna a tre piani architettata da Sergio Calori, con un servizio sorveglianza, conta persone provenienti da una ventina di nazionalità, «la maggior parte delle quali ha attraversato il Mediterraneo nelle condizioni che conosciamo» – ha detto la direttrice della Croce Rossa, Josiane Ricci, intervenuta in conferenza stampa insieme al presidente Adriano Pio Vassalli. Chi è nel centro è seguito in relazione al post trauma e con un piano di integrazione obbligatorio di 6-10 mesi con l’obiettivo di raggiungere la piena autonomia in chiave di accoglienza definitiva, a seconda dello statuto di rifugiato ottenuto da ognuno degli ospiti.
Una casa
Il presidente Vassalli e la direttrice Ricci hanno spiegato come la Croce Rossa, sezione del Sottoceneri, sia attiva da trent’anni (dal 1987) nella presa a carico dei richiedenti l’asilo. Il cambiamento di paradigma è significativo: ai richiedenti l’asilo viene ora impartito un percorso individualizzato obbligatorio finalizzato all’integrazione, attraverso otto tappe che comprendono per prima cosa il raggiungimento di un attestato (A1) di italiano e dunque corsi di formazione e di educazione alla vita in Svizzera. L’appartamento, rispetto a prima, non è più un diritto acquisito automaticamente, ma viene loro messo a disposizione solo se gli obiettivi di integrazione sono stati raggiunti. I minori, dal
canto loro, vengono inseriti nei normali cicli scolastici. Anche Beltraminelli ha sottolineato che l’obiettivo è ridurre la disoccupazione dei richiedenti l’asilo ammessi che si attesta oggi all’80%. «Integrarli con l’orizzonte poi di vederli per anni al beneficio dell’assistenza sociale sarebbe un fallimento».
Nel Sottoceneri la Croce Rossa gestisce nei centri di Paradiso e Cadro un totale di 315 adulti e 76 minorenni non accompagnati. Cristina Zanini-Barzaghi ha dal canto suo lodato la struttura. Le diverse emergenze migratorie hanno avuto quale conseguenza la chiusura di 12 dei 14 centri Crs nel 2000. Il presidente della Croce Rossa, Vassalli, ha evidenziato che la nuova struttura di Cadro vuole essere «la prima casa per i richiedenti l’asilo». E ha chiosato: «L’opposto dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza», auspicando «benessere agli ospiti del Centro Ulivo protagonisti di un lungo cammino della speranza».