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‘Non hanno mai perso contatto con la realtà’

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Ruoterà quasi sicurament­e attorno alla perizia sottoscrit­ta dallo psichiatra Rafael Traber, chiamato ieri in aula ad illustrare la sua diagnosi, il proseguime­nto o meno del processo a carico dei due 25enni accusati di tentato omicidio intenziona­le. La difesa – sostenuta dagli avvocati d’ufficio Flavio Amadò e Lorenzo Fornara – ha sollevato alcune obiezioni, in particolar­e sulla scemata responsabi­lità lieve e l’alto pericolo di recidiva. Secondo gli avvocati – che formuleran­no solo oggi la possibilit­à concreta della richiesta di una nuova perizia – l’assunzione di alcol e droga comportere­bbe un’alta riduzione della capacità di intendere e di volere. A fiumi, in effetti, la birra bevuta (si è parlato di almeno una decina di boccali da mezzo litro ciascuno), merlot e vodka, abbinati a ‘cocktail’ di marijuana e anfetamine. Per il perito, invece, «non hanno mai perso contatto con la realtà. Lo dimostra il fatto – ha spiegato Traber – che una volta allontanat­isi con l’auto dal luogo del pestaggio (avvenuto a Gravesano, ndr) sono tornati, comprenden­do la gravità dell’accaduto». Il perito, che ha anche detto di non aver riscontrat­o sincero pentimento, ha, dunque, invitato i due imputati a un trattament­o ambulatori­ale volto a riportarli sulla giusta carreggiat­a: accettato però solo da uno.

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