Un altro giornalismo?
Segue da pagina 21 Ancora recentemente in una serata pubblica è stato affermato che la stampa scritta non è destinata a sparire ma pure che dovrà sempre più adattarsi a essere di ricerca (interpretazione personale), sempre più competente, professionale, capace di mostrare, indicare, parlare/scrivere anche di realtà (vissute, conosciute e riconosciute, oltre che verificate). Differenze essenziali rispetto agli attuali, e più usati ormai, media (social) sono il linguaggio, la reperibilità, l’approfondimento oltre l’oggettività, che peraltro è sempre anche un po’ soggettiva, e il pubblico cui ci si rivolge (tutti?). Nell’articolo dal titolo “Svizzera fuori subito dall’Onu e dal Consiglio d’Europa” del ‘Mattino della domenica’ del 12 novembre, ci sono cose che vanno esattamente in senso inverso a quanto indicato sopra: il linguaggio dapprima (senza commenti), le espressioni, l’ignoranza che traspare da ogni riferimento, luoghi comuni che fanno notizia per renderla di parte (la loro) ma non per l’oggettività necessaria per svolgere l’argomento (la parola stranieri sempre in senso spregiativo, razzismo, tolleranza) il tutto per arrivare a propagandare “muri” che non fanno altro che chiudere il cervello in giardini di pietra. Si dimentica spesso che sono molti a essere stranieri (in positivo) e questo non fa altro che arricchire la società nella quale e con la quale si vive, società che domanda sempre più di essere aperta, disponibile e… solidale. Ma poi l’obiettivo dell’articolo citato (Fuori da…) è quanto di più sciocco ci possa essere. Far parte di un’organizzazione internazionale significa condividere principi e obiettivi, ma non solo, significa pure portare e ricevere informazioni, scambiare esperienze e proposte, verificare le proprie attività alla luce dei principi che ne stanno alla base. Vuol dire arricchirsi oltre che sentirsi parte del mondo. Allora: se l’invito dell’articolista (che sembra piuttosto un ordine generico diretto a non si sa chi di precisione) è quello di uscire dalle organizzazioni internazionali, vuol dire lasciare tutto questo e buttare nel bidone della spazzatura (il suo) anche la “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, cosa che l’articolista sottintende evidentemente. Ogni altro commento è inutile.